Forte contrarietà dei veterinari pubblici veneti alla decisione della Regione di “riscrivere” a proprio piacimento il contratto collettivo in materia di orario di servizio dei dirigenti veterinari delle Ulss. Fvm-Sivemp Veneto ha interessato il proprio ufficio legale e annuncia decise iniziative di protesta
Forte contrarietà della Federazione veterinari e medici davanti alla decisione della maggioranza regionale di introdurre nel Pssr un articolo che prevede la modifica unilaterale del contratto collettivo nazionale di lavoro della dirigenza veterinaria, disponendo che l’orario di servizio dei veterinari delle Ulss sia da espletarsi in sette giorni su sette, nell’arco delle 24 ore, festivi e notturni compresi. Ricordiamo che l’articolo 14 del Ccnl vigente dispone invece che l’orario di servizio dei dirigenti veterinari pubblici sia effettuato nelle 12 ore diurne su sei giorni.
Un vero e proprio colpo di mano con cui si pretende di “riscrivere” il contratto nazionale di lavoro senza peraltro prevedere alcun confronto sindacale. Da sottolineare inoltre come nella versione originaria del nuovo Piano socio sanitario, su cui le rappresentanze sindacali sono state audite in V commissione nel settembre scorso, non vi fosse traccia di questa “innovativa” previsione. Appare poi davvero singolare che all’interno di una legge regionale di programmazione sanitaria vengano introdotte norme che intendono intervenire nel dettaglio sugli orari di lavoro del personale, materia che è invece regolata dalla contrattazione collettiva. I veterinari pubblici del Veneto, avuta notizia di quanto si stava discutendo in V commissione, hanno cercato con senso di responsabilità una mediazione che, purtroppo, non ha ottenuto alcun esito.
Corre l’obbligo di far notare, peraltro, come l’articolo approvato dalla commissione apra la strada a forti criticità e disfunzioni operative nell’espletamento delle attività dei servizi veterinari veneti, già fortemente e storicamente sottodimensionati negli organici. Organici che allo stato, fatto ancor più grave, non si dà segno di voler rafforzare.
Un’organizzazione del lavoro come prefigurata ora dalla Regione, con gli attuali numeri risicati di personale, metterebbe seriamente a rischio l’efficacia e l’efficienza dei controlli, la sanità e il benessere animale, la tutela della sicurezza alimentare e quindi la stessa qualità dell’agroalimentare veneto.
Senza contare i molti altri compiti di istituto cui i veterinari pubblici sono chiamati dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale che vedrebbero inevitabilmente un pericoloso ridimensionamento. Siamo proprio sicuri che in questo modo si tuteli la sanità pubblica e si facciano gli interessi dei consumatori e degli stessi produttori?
Fvm-Sivemp, nell’esprimere la più viva contrarietà davanti a una previsione che giudica arrogante e illegittima, annuncia sin d’ora di aver investito della questione il proprio ufficio legale e la propria intenzione di mettere in atto decise iniziative sindacali di protesta.
La segreteria regionale del Sivemp Veneto
20 novembre 2018