Il direttore generale dell’Area sanità e sociale, Domenico Mantoan, ha inviato alle aziende sanitarie una circolare di chiarimenti in materia di orario di lavoro e di riposi. Nell’imminenza dell’entrata in vigore, il 25 novembre, delle norme europee in materia (in seguito all’abrogazione delle disposizioni italiane che ne stabilivano la disapplicazione nei confronti del personale del ruolo sanitario del Ssn) sono arrivate agli uffici regionali numerose richieste di chiarimenti che evidenziano difficoltà di ordine organizzativo e strutturale che non consentirebbero alle Asl di garantire le undici ore di riposo consecutivo nell’arco delle 24 ore e, in alcuni casi, riferiti essenzialmente alla dirigenza medica, anche ad assicurare la durata massima settimanale di 48 ore dell’orario di lavoro. Dopo aver ricordato che le Regioni, e di conseguenza anche le aziende ed enti del Ssn, devono far fronte alle esigenze determinate dall’applicazione della normativa senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica, Mantoan fornisce tutta una serie di chiarimenti e indicazioni.
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La Regione: «Ulss, potete assumere». La direzione generale critica le aziende che non si sono mosse per tempo in merito alle disposizioni comunitarie
Turno europeo. La Regione fornisce chiarimenti con una nota firmata dal direttore generale della sanità véneta Domenico Mantoan. Non senza, però, una tirata d’orecchi a quelle Ulss che, sulle difficoltà legate alle disposizioni comunitarie (che, in non poche aziende, non consentirebbero di garantire le 11 ore di riposo nell’arco delle 24 ore e, in alcuni casi della dirigenza medica, di assicurare le 48 ore settimanali di lavoro), hanno formulato richieste «generalmente intempestive rispetto alla data di entrata in vigore del dlgs 66 del 2003 e alla nota partita da Venezia il 22 luglio scorso, con cui si invitavano le aziende a segnalare le criticità». Il rilievo, anzi, è doppio. Venezia denota pure «una certa sorpresa per i contenuti di alcuni quesiti su problemi esistenti anche in precedenza e su questioni a cui per lo più ha già risposto la circolare 8/2005 del ministero del Lavoro».
ASSUNZIONI. La prima e più importante risposta arriva sulle assunzioni. La Regione da il via libera, ma con una differenza fra comparto medici e il resto delle figure lavorative. Le Ulss potranno assumere a tempo indeterminato il personale di tutti i profili del comparto per coprire il turnover dall’1 luglio 2015 al 30 giugno 2016. Questo senza bisogno di ulteriori richieste, attingendo anche alle graduatorie di altre aziende, a condizione che non si superi il tetto di spesa stabilito da Venezia. Autorizzate anche le assunzioni per supplire alle assenze dovute a maternità, malattie di lungo periodo e aspettative.
Le assunzioni di medici e veterinari, invece, dovranno essere sempre inserite nei piani trimestrali delle Ulss e autorizzate dalla Regione. Stesso discorso per le richieste extra turnover. Medici, infermieri e oss potranno essere assunti provvisoriamente («nell’ambito delle esclusive competenze amministrative e contabili delle aziende») anche nelle situazioni di emergenza, in cui si profilasse il rischio di interruzione di pubblico servizio, ma il contratto deve essere a tempo determinato e non deve superare i 6 mesi.
LIBERA PROFESSIONE II busillis riguarda il computo o meno all’interno dell’orario di lavoro dell’attività, a pagamento per il paziente, che i medici svolgono in libera professione. «La materia – scrive Mantoan – è regolata da norme nazionali, per cui dovrà esprimersi il ministero». Poi, però, subito dopo, una chiosa: «Si ritiene che le prestazioni richieste dalle Ulss per ridurre le liste di attesa o acquisire prestazioni aggiuntive debbano essere considerate ai fini del computo dell’orario di lavoro e del riposo giornaliero in quanto, seppure formalmente di natura libero professionale, esse, oltre a essere correlate alle funzioni dell’ente e a carico del Ssn, costituiscono nella sostanza una prosecuzione della normale attività medica. Questo vale pure per le prestazioni serali e festive, e per quelle aggiuntive chieste a infermieri e tecnici di radiologia».
DEROGHE E ORARIO. La Regione bacchetta severamente le Ulss della provincia di Vicenza che avevano chiesto se si potesse interagire con il servizio degli ispettori regionali per valutare la possibilità di deroghe nei casi in cui non si riuscisse a rispettare il limite delle 11 ore di riposo. «Richiesta incongrua – stigmatizza la nota -. Il servizio di vigilanza non ha il compito di fornire supporto tecnico alle Ulss ne è legittimato a stabilire deroghe alla normativa nazionale in materia di riposi. E Le 11 ore di riposo ogni 24 – ribadisce la Regione – vanno calcolate dall’inizio della prestazione, per cui il riposo può intercorrere anche fra periodi lavorativi svolti in giorni diversi. La reperibilità, a differenza dei turni di guardia, non è conteggiabile». (Franco Pepe – Il Giornale di Vicenza)
9-10 novembre 2015