La prossima settimana i vertici dell’Ulss 5 fisseranno un incontro con i sindacati per discutere sulla situazione dell’organico dell’ospedale di Rovigo. I medici, dopo l’assemblea dei lavoratori, hanno anche minacciato sciopero nel caso l’azienda sanitaria non li ascoltasse.
Al centro della questione la guardia notturna e festiva che viene coperta da un solo medico per nove reparti, come avevano sottolineato Davide Benazzo, segretario generale Cgil Medici, Guido Senesi, segretario aziendale Ulss 5 dell’Anaao-Assomed, e Francesco Chiavilli, numero uno della Cimo polesana. «La situazione della guardia interdivisionale – evidenzia il direttore generale Antonio Compostella – è nota da tempo. Mi sono già espresso in merito e ribadisco quel che ho già detto: siamo convinti che quel modello organizzativo, individuato dal mio predecessore, Arturo Orsini, sia fondamentalmente valido. Perché? È vero che si tratta di un solo medico di fronte a una vastità di pazienti, ma è vero anche che non si tratta dell’unico medico di guardia nell’ospedale e che può contare su altre 6-7 colleghi in reperibilità per ogni singola specialità. Nel caso di problemi attiva la chiamata e si risolve la situazione. Il sistema regge e i numeri, posso assicurarlo, sono compatibili con i limiti umani di un professionista».
I sindacalisti si erano espressi negativamente anche per l’età media del medico di guardia, intorno ai 54 anni: «Su questo evidenzia Compostella – non mi esprimo. È un problema che riguarda l’intero sistema sanitario nazionale, non solo Rovigo. Questo perché tra il 1990 e il 2000 sono rimaste bloccate le assunzioni. Avere 54 anni vuoi dire essere un medico “usurato”? Non mi permetto di fare considerazioni. Io rientro in questa fascia di età e non mi sento in difficoltà al lavoro, contando che il giorno seguente si hanno 24 ore di riposo obbligatorio».
Di recente, in ogni caso, l’organico dell’Ulss è stato ampliato: «Per quanto riguarda l’ex Ulss 18, l’anno scorso sono stati assunti 31 medici, sette tra farmacisti, psicologi e biologi e 50 dipendenti del comparto – sottolinea il dg. Nell’ex Uiss 19: 12 medici, uno psicologo e 42 del comparto tra tempi determinati e indeterminati. Abbiamo garantito il turn over e anche di più e quest’anno continueremo questa politica». L’obiettivo è quello di «azzerare la necessità di ricorrere a prestazioni libero professionali, “a gettone”, e interinali». Per quanto riguarda le cucine di Adria, poi, la questione è più complessa: con la fusione delle Ulss 18 e 19, quando scadrà il contatto con Serenissima per il capoluogo a fine di quest’anno, dovremo partire con un bando. Non sarà più possibile preparare pasti nelle cucine dell’ospedale di Adria, che necessita di interventi ingenti. Ha senso dunque investire questi denari in questa maniera?».
IL Gazzettino di Rovigo – 18 febbraio 2017