«Voglio cambiare l’articolo 97 sull’amministrazione». Ormai tutto (almeno sulla carta) è possibile per il governo Berlusconi. E siccome il ministro dell’Economia Giulio Tremonti vuole la sua riforma costituzionale, ieri a sorpresa anche il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha annunciato che ha diritto a una modifica della Carta Costituente anche lui. Poco importa ai nostri ministri che i passaggi parlamentari per cambiare la Costituzione siano lunghissimi e molto complessi, probabilmente molto al di sopra delle possibilità politiche di una maggioranza che regge imponendo a ogni votazione la presenza obbligatoria di ministri e sottosegretari.
Poco importa che gli effetti (ipotetici, dicono gli esperti) delle nuove regole si vedranno tra molto molto tempo.
Il presidente del Consiglio Berlusconi ha spesso parlato di Costituzione «sovietica». Giulio Tremonti ce l’ha con l’articolo 41, quello che stabilisce che «l’iniziativa economica privata è libera», ma che spetta alla legge determinare «i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». Nel mirino di Brunetta invece c’è l’articolo 97, quello che regolamenta la pubblica amministrazione, e stabilisce una serie di principi a dire il vero piuttosto banali. Dice che i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, per assicurare il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione; che in questa organizzazione si fissano sfere di competenza e responsabilità dei funzionari.
In una dichiarazione, il titolare del ministero della Pubblica Amministrazione afferma che l’art. 97 sarà «migliorato e rafforzato». «Il merito, la trasparenza, l’efficienza, lo Stato al servizio dei cittadini e non viceversa e questo mi sta al pari a cuore», ha detto Brunetta, secondo cui questo processo di riforma della Carta Costituente è una «costituzionalizzazione delle cose che questo governo ha fatto e che io ho cercato di fare». Per il momento, il ministro si è rifiutato di dare al nostro giornale anticipazioni più di dettaglio sulla proposta di modifica dell’articolo 97. All’«Ansa», Brunetta ha spiegato che nel catalogo delle misure previste per il Consiglio dei ministri (più volte rimandato, e ora fissato a mercoledì) ci saranno misure che – insieme al piano casa riveduto e corretto, a una riforma delle public utilities e al Piano per il Sud metteranno in moto l’economia del paese. «Questa è la scossa, questa è la sferzata», ha concluso.
Vedremo. A prescindere dal merito, come detto il percorso necessario per mettere le mani nella Costituzione è proprio complesso. Servono infatti due deliberazioni di entrambe le Camere e sempre conseguendo una maggioranza assoluta. Inoltre, a meno che in queste votazioni sia stata raggiunta una maggioranza dei due terzi, si arriva al referendum. Insomma, hai voglia a procacciarsi in un modo o in un altro deputati e senatori «responsabili»…
Lastampa.it – 7 febbraio 2011