Servirà a monitorare la diffusione e l’insorgenza di nuove varianti. Attualmente la variante inglese è la più diffusa seguita dalla brasiliana con una diffusione molto più bassa, anche se in alcune regioni supera il 10%. Inferiore all’1% la prevalenza delle varianti sudafricana e nigeriana, pur con livelli di diffusione più elevati in alcune Regioni. Ad eccezione poi della variante indiana, la maggior parte dei casi riportati di varianti sono state contratte sul territorio italiano. LO STUDIO
È online il primo bollettino su “Prevalenza e distribuzione delle varianti del virus Sars-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia”. Il rapporto integra i dati sulle varianti del virus di interesse per la sanità pubblica circolanti in Italia provenienti dall’indagine rapida di prevalenza condotta dall’Iss in collaborazione con Fondazione Bruno Kessler e Ministero della Salute, con quelli sulla distribuzione delle stesse varianti riportata dalle Regioni e Province Autonome e dal Laboratorio nazionale di riferimento per Sars-CoV-2 dell’Istituto Superiore Sanità nel Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19. Il bollettino sarà pubblicato con cadenza quindicinale, mentre il prossimo venerdì verrà presentata la prossima indagine rapida.
Nel periodo dal 28 dicembre 2020 al 19 maggio 2021 sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 un totale di 23.170 casi di infezione da virus Sars-CoV-2 con genotipizzazione tramite sequenziamento su un totale di 2.083.674 di casi riportati (pari quindi a 1,11%). Il 18,9% dei casi è stato causato da virus genotipizzati non riconducibili alle sette varianti attualmente monitorate dal Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19.
La variante del virus Sars-CoV-2 prevalentemente circolante in Italia è la variante VOC-202012/01 (cosiddetta variante UK) – lignaggio B.1.1.7, caratterizzata da una elevata trasmissibilità. Il lignaggio P.1 (cosiddetta variante brasiliana) rappresenta il secondo lignaggio con una prevalenza molto più bassa (4,5%) che supera però il 10% in alcune aree del Nord e del Centro.
Molto più bassa (<1%) risulta la prevalenza nazionale del lignaggio B.1.351 (variante sudafricana) e del lignaggio B.1.525 (variante nigeriana) con livelli di diffusione più elevati in alcune Regioni italiane.
La maggior parte dei casi riportati di infezione causati da varianti del virus Sars-CoV-2 sono state contratte sul territorio italiano. Sono molto rari i casi da infezioni contratte all’estero ad eccezione di quelli causati dalla variante indiana.
“È necessario continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus Sars-CoV-2 ed in particolare la presenza di mutazioni riconducibili ad una maggiore trasmissibilità e/o associate ad un potenziale immune escape”.