Le lobby dell’olio sono tornate a combattere. Produttori di soia contro quelli di palma in una battaglia globale con in campo le multinazionali della tavola, del farmaco, della cosmesi e organizzazioni non governative.
Affari& Finanza, in edicola domani con Repubblica, racconta come l’Italia sia diventato uno dei terreni principali dello scontro. Merendine, fette biscottate e i tanti prodotti alimentari senza olio di palma hanno avuto un vero exploit: quest’anno le vendite saranno pari a 1,7 miliardi, il 6% del giro d’affari alimentare. La scelta “salutista” dei consumatori è evidente: il 60,9% dei biscotti e il 79,5% dei cracker acquistati dagli scaffali dei supermercati oggi è “ palm- oil free”. Quasi tutte le catene della grande distribuzione si sono adeguate “ epurando” l’ingrediente incriminato dalle ricette dei loro prodotti a marchio e le aziende, volenti o nolenti, hanno finito per cavalcare l’onda per non perdere quote di mercato. Un trend che sta iniziando a contagiare anche Francia e Spagna e che è destinato a cambiare profondamente il mercato degli approvvigionamenti arrivando ad influire sull’economia di grandi Paesi come Indonesia e Malesia.
Lo scontro in atto che potrebbe anche avere conseguenze non positive per i consumatori: i prezzi di alcuni prodotti potrebbero lievitare senza particolari vantaggi per la salute.
Affari& Finanza nel nuovo numero racconta con un’inchiesta come alcuni grandi gruppi sono riusciti a uscire dalla crisi rinnovandosi. I casi di Hsbc, Nokia, Bristol- Myers, Quantas dimostrano come si possa cambiare modello di business tornando a essere sani e in crescita.
In primo piano, sul settimanale economico di Repubblica, anche la metamorfosi delle grandi banche che non hanno più investitori di riferimento nel loro azionariato ma sono sempre più public company.
Repubblica – 10 dicembre 2017