DI MATTEO PUCCIARELLI, Repubblica. Il centrodestra affossa la proposta di legge a prima firma Elly Schlein per il rifinanziamento della sanità pubblica e lo sblocco delle assunzioni. Una proposta che voleva incrementare le risorse per il Servizio sanitario nazionale. Secondo la segretaria del Pd, «la maggioranza sta gettando la maschera, da mesi vi diciamo che state smantellando la sanità pubblica, con questo voto lo certificate ». E ancora, altra stoccata: «Ci fate una testa così con i burocrati e alla fine i burocrati siete voi. Andremo avanti con una battaglia nel nome di tanti uomini e donne che si sono impegnati per la sanità universale, cito un nome su tutti, quello di Tina Anselmi».
Il progetto del Pd prevedeva di arrivare alla media europea del 7,5 per cento della spesa del Pil per la spesa sanitaria, andando incontro anche alle richieste dei presidenti di Regione (di destra e di sinistra). «Avete detto che non ci sono coperture — l’intervento di Schlein in Aula — Abbiamo fatto proposte per trovare risorse, ma niente: avete affossato gli emendamenti. C’è un grido di sofferenza che viene da più parti del Paese. Faccio fatica a pensare che gli italiani che non riescono a curarsi e che sono quattro milioni lo dicono soltanto a me…». Per il capogruppo dem nella Commissione affari sociali della camera Marco Furfaro, «Fratelli d’Italia si trincera dietro motivazioni burocratiche ma la verità è che lo stop definitivo alla legge Schlein è una vera e propria vendetta politica dopo il flop elettorale alle amministrative. Ma non sarà così che fermeranno l’opposizione. Vivono fuori dal mondo e non hanno idea dell’urgenza di aiutare la sanità pubblica».
Le ragioni della bocciatura su un provvedimento che in teoria vede d’accordo anche il centrodestra — quello delle liste di attesa infinite è un argomento sollevato in campagna elettorale più volte anche da Giorgia Meloni — sarebbero tecniche, secondo il capogruppo della fiamma tricolore alla Camera, Tommaso Foti: «Approvare una legge in assenza di una copertura finanziaria (la contrarietà è quella della Commissione bilancio, ndr ) equivale a non approvare una legge. Le osservazioni di merito potevano essere fatte a tempo debito». Il Pd tenta di riportare il testo in commissione per ‘salvarlo’, la maggioranza dice no, poi lo affossa: non puntava ad altro, secondo i dem.