La «casa rotonda» di Pierre Cardin, l’utopia vitalista di Gaudì, la rivoluzione di Le Corbusier: Luca Zaia esordisce con un florilegio di citazioni e conclude: «D’ora in poi gli ospedali che saranno realizzati in Veneto, e ne abbiamo in cantiere più d’uno, dovranno rispondere a caratteristiche di efficienza ed essenzialità, servire alla cura del paziente e alla sua guarigione investendo su questo ogni euro disponibile, senza badare ai fronzoli che in questo periodo ci crisi costano un sacco di soldi e si rivelano sostanzialmente inutili».
Dalle parole ai fatti:ora la “svolta architettonica” annunciata dal governatore trova eco in un delibera approvata dalla giunta regionale che contiene le linee guida alle quali i progettisti dovranno attenersi. Un vademecum improntato all’essenzialità, alla funzionalità e alla qualità costruttiva, che escluda soluzioni dotate magari di originalità ed estetica, ma onerose sul piano realizzato e inutili alle cure. «Tanto per parlarci chiaro», rincara «io non sono per nulla d’accordo con la formula “centro commerciale” caratterizzata da grandi spazi pressoché inutilizzati perché non dedicati alle cure e sono sinceramente imbarazzato a spiegare a un cassintegrato perché dobbiamo ingaggiare e pagare dei rocciatori per pulire le vetrate di un ospedale». «Con questa iniziativa», ha aggiunto «possiamo risparmiare il 20-25% sui costi: cifre importanti da dedicare alle professionalità mediche e infermieristiche, ai macchinari, a quel che serve veramente per rimandare a casa guarita una persona malata». L’altolà del governatore riguarda le opere in programma nell’immediato futuro: il nuovo Ospedale di Padova, anzitutto, poi la cittadella sanitaria di Treviso, e l’Ospedale della donna e del bambino a Verona. Zaia, in particolare, sembra aver preso cuore il progetto patavino («È la nostra priorità nel campo della salute») al quale saranno devoluti i prossimi stanziamenti ministeriali in materia di edilizia sanitaria nonché l’eventuale e ingente prestito della Banca europea per gli investimenti (350 milioni in ballo) ora in fase di negoziato: «Sarà un’opera all’altezza delle aspettative», conclude «ben diversa dall’Angelo di Mestre». Quello dei rocciatori, per intenderci.
Filippo Tosatto – Il Mattino di Padova – 11 dicembre 2013