La V commissione consiliare hai approvato, con i soli voti della maggioranza, le linee guida per il nuovo modello organizzativo di Azienda Zero. Il nuovo modello organizzativo dell’Azienda di governo della sanità veneta (istituita nel 2016) punta ad integrare processi gerarchici ‘verticali’ con quelli ‘orizzontali’ al fine di rendere più agile e flessibile la gestione della ‘centrale aziendale’ della sanità veneta. Su questo provvedimento i rappresentanti delle opposizioni hanno espresso voto contrario, manifestando riserve sulla chiarezza e sull’efficacia dei processi decisionali disegnati dal nuovo atto aziendale e sull’effettivo rispetto del primato della programmazione regionale rispetto al ruolo gestionale di Azienda Zero.
Riorganizzazione Azienda Zero, Zottis e Bigon (PD): “Proposta confusa, utile solo a giustificare un potere abnorme”
“La proposta di riorganizzazione di Azienda Zero, dopo cinque anni di attività, dimostra che era necessaria un’Agenzia per la gestione di funzioni tecniche, che già il Veneto aveva come la maggior parte delle Regioni. E non un’Azienda con una tale concentrazione di poteri e funzioni che sconfinano nell’ambito politico-programmatorio”.
Questo il giudizio di fondo delle consigliere regionali del PD Veneto e componenti della Commissione Sociosanitaria, Francesca Zottis e Anna Maria Bigon, in merito alle Linee di riorganizzazione di Azienda Zero poste in esame nella seduta odierna. Il PD ha espresso voto contrario.
“Si tratta di una proposta confusa, nella quale non vengono delineati con chiarezza i centri di responsabilità. L’impressione è che l’impianto abbia come unico senso quello di dare un vestito all’abnorme accentramento attuato con l’espropriazione di poteri che stavano in capo a Regione e aziende. Anche sul fronte della gestione diretta degli acquisti siamo di fronte ad un meccanismo poco funzionale: meglio sarebbe una gestione affidata alle Ulss, sotto la supervisione di Azienda Zero. Le Ulss restano mere esecutrici, con nessun potere programmatorio e gestionale, in una gerarchia inadeguata a rispondere alle diversità territoriali”.