Michele Bocci. Il giorno dopo dei vaccini Pfizer- Biontech è già domani. Le nuove dosi destinate all’Italia, questa volta una fornitura vera e non soltanto simbolica come quella della giornata inaugurale, saranno nei magazzini belgi della multinazionale statunitense già tra 24 ore. Saranno così pronte per la spedizione e nei giorni subito successivi arriveranno nei poco meno di 300 punti di consegna indicati dalle Regioni. La prima fornitura è da circa 470mila dosi e si andrà avanti così, con nuovi invii settimanali ogni lunedì.
Secondo lo schema che l’azienda farmaceutica ha mandato alla struttura commissariale che si occupa della logistica della campagna per il vaccino anti Covid, le dosi spedite resteranno più o meno le stesse per quattro settimana a gennaio (e in quel mese si raggiungerà il totale di 1,8 milioni di dosi promesse come prima tranche) e per tre a febbraio. Nella quarta il numero salirà a quasi 500mila, poi nelle prime tre di marzo crescerà ancora e nelle ultime due si avvicinerà a 600mila. Il totale del primo trimestre dovrebbe essere di circa 7,8 milioni di dosi, un po’ meno delle 8,7 previste nello schema reso noto dal ministero alla Salute nei giorni scorsi. È vero però che le tabelle vengono aggiornate di continuo e non è escluso che Pfizer riesca ancora ad aumentare.
Tra l’altro bisogna che le Regioni siano pronte a fare tutte le somministrazioni al momento giusto e adesso non è ancora scontato che ci riescano. Ieri hanno incontrato il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri e hanno chiesto rassicurazioni riguardo alle spedizioni del vaccino. Essendo necessario un richiamo dopo tre settimane, è fondamentale che ci siano dosi a disposizione nei tempi giusti. Per questo ieri qualche realtà locale ha ipotizzato di usare solo la metà dei vaccini che arriveranno ogni settimana, per tenere da parte quelli necessari ai richiami. Dalla struttura commissariale hanno invece detto che si potranno anche usare subito tutti i vaccini consegnati con i primi tre invii e solo dopo dedicarsi ai richiami. Le Regioni hanno chiesto che venga messo nero su bianco il rispetto dei tempi di consegna settimanali. Solo di fronte a un documento firmato da Arcuri abbandoneranno l’impostazione prudente.
Pfizer è solo uno dei fornitori di vaccini dell’Europa. Il 6 gennaio è atteso il via libera a Moderna da parte di Ema, l’agenzia regolatoria europea. L’azienda si è detta disponibile a raddoppiare la fornitura all’Italia, come previsto nel contratto con la Ue in caso di esercizio dell’opzione da parte dei vari Paesi, e quindi a salire da circa 10 milioni di dosi a 20. Sarebbe un modo per avere a disposizione più vaccini e compensare così i problemi con i tempi di un’altra azienda, Sanofi.
Moderna entro 15 giorni dall’approvazione consegnerà le sue dosi. Al contrario di Pfizer non le porterà direttamente nelle strutture indicate dalla Regioni ma in un solo magazzino, probabilmente a Pratica di Mare. Questo renderà più complicata la gestione della logistica da parte della struttura commissariale, che si dovrà occupare della distribuzione presso gli hub regionali. Un problema in meno riguarderà la conservazione del vaccino, che non deve stare a temperature bassissime come quello di Pfizer. Basterà mantenerlo tra i 2 e gli 8 gradi, come gli altri prodotti dello stesso tipo.
E sempre in prospettiva, potrebbe essere disponibile prima di quanto previsto nelle ultime settimane anche il vaccino di Astrazeneca e Oxford. L’azienda avrebbe deciso di chiedere l’autorizzazione per la somministrazione di due dosi complete, che darebbe una copertura del 70%, cioè inferiore rispetto all’utilizzo di mezza dose nella prima iniezione. Per sottoporre all’approvazione questo secondo schema di somministrazione però sarebbero necessari nuovi studi e pare che l’azienda farmaceutica non intenda farli.