L’Efsa ha pubblicato la valutazione finale dello studio sul mais geneticamente modificato NK 603 e sull’erbicida Roundup che evidenziava l’aumento di incidenza di tumori nei ratti esaminati (condotto da Eric Gilles Sèralini).
Secondo gli esperti dell’Authority alimentare europea le conclusioni dello studio francese non possono essere considerate come scientificamente fondate. Il parere conclusivo di Efsa confermerebbe quindi la precedente valutazione secondo la quale i vizi di impostazione metodologica riscontrati nello studio impedirebbero di raggiungere standard scientifici accettabili. Tra i limiti:
– Obbiettivi dello studio non chiari,
– Il basso numero di ratti utilizzati in ciascun gruppo di trattamento;
– La mancanza di dettagli sui mangimi e sulla formulazione del trattamento;
– La mancanza di informazioni chiave relative ai metodi statistici utilizzati e report finale incompleto.
Secondo Per Bergman che ha coordinato il lavoro di Efsa “ L’analisi effettuata dall’Authority alimentare europea avrebbe dimostrato come le carenze riscontrate nello studio Séralini et al. ne comportino una qualità scientifica insufficiente per una valutazione del rischio”.
Bergman ha poi aggiunto che anche le valutazioni indipendenti effettuate dalle organizzazioni nazionali di sei Stati membri dell’UE (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi) avrebbero evidenziato come le conclusioni del team di ricercatori guidati da Séralini non fossero supportate dai dati presenti nell’articolo pubblicato.
Le copie complete di queste valutazioni si possono trovare in allegato alla dichiarazione dell’EFSA.
Efsa aveva chiesto a Séralini di fornire ulteriori informazioni sullo studio ma il ricercatore francese ha risposto che avrebbe fornito dati all’Authority solo quando quest’ultima avesse reso pubblici quelli delle multinazionali sui quali ha effettuato un risk assessment per gli Ogm.
Ciononostante lo scorso 9 novembre Séralini et al. hanno pubblicato una risposta generale alle critiche del loro studio nella quale Séralinì stesso ha fatto un passo indietro, dichiarando che il campione dei loro gruppi di trattamento era troppo piccolo per consentire loro di trarre conclusioni per quanto riguarda la cancerogenicità a lungo termine e di mortalità.
Efsa fa sapere di non ritenere necessario riesaminare la propria precedente valutazione sulla sicurezza del mais Ogm Nk603, ne di prendere in considerazione i risultati dello studio Séralini et al. per la valutazione in corso sul glifosato.
In ogni caso la partita potrebbe non essere chiusa, ma al contrario appena iniziata: diversi organismi Europei come la Anses ed il BfR hanno infatti chiesto con forza nuovi studi basati su dati realmente indipendenti circa gli Ogm.
Nonostante la sconfitta immediata, insomma, la vera vittoria potrebbe essere questa: aver riaperto un tema che si considerava accantonato, e averlo riproposto allo scrutinio pubblico.
Link
Studio Seralinì su OGM NK603 per EFSA insufficiente qualità scientifica
Studio Seralinì, il dibattito continua.aspx
sicurezzaalimentare.it – 1 dicembre 2012