L’analisi di 1.021 campioni ha confermato la sicurezza degli alimenti italiani in relazione alla presenza di Ogm.
È quanto emerge dalla Relazione triennale del ministero della Salute. Cinque le irregolarità oggetto di allerta: due per campioni di lino non autorizzato e tre relative alla presenza di riso Bt63 non autorizzato. Ma per i Gm autorizzati, sottolinea il ministero, anche là dove sono state riscontrate tracce non conformi alle disposizioni, “i livelli di positività sono stati inferiori alla soglia di tolleranza dello 0,9% e quindi conformi”.
Buone notizie dal controllo triennale sulla presenza di organismi geneticamente modificati negli alimenti effettuato dal ministero della salute, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli Ogm (Cromg) e l’Istituto superiore di sanità. I dati del 2010 confermano che sul mercato italiano la presenza di Ogm, autorizzati e non, negli alimenti “è decisamente limitata e a livello di tracce”. E i prodotti alimentari rispettano sostanzialmente i requisiti di etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando una corretta informazione al consumatore.
Il numero complessivo dei campioni di diverse matrici prelevati, sul territorio e all’importazione, analizzati è stato di 1021, di cui 967 sul territorio e 54 riguardanti l’attività Usmaf (Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera del Ministero della Salute).
In particolare, delle 967 matrici analizzate sul territorio, 859 campioni nel circuito convenzionale e 108 nel circuito biologico, circa il 23% (221 campioni) ha interessato la farina di mais, il 9,4% (91 campioni) bevanda di soia, l’8,7% riso (84 campioni), il 5,7% (56 campioni) fiocchi di cereali e snack salati (55 campioni), il 5,2% (50 campioni) il mais dolce, fino ad arrivare all’1-2% di diverse matrici quali farina di soia, pane.
La ricerca dei vari tipi di mais e soia GM ha rilevato una percentuale maggiore di positività alla soia GM Roundup Ready (MON 40-3-2) in campioni a base di soia e solo pochi campioni sono risultati positivi al mais Bt11 e Bt176. Ma, precisa il ministero, “non è stata riscontrata alcuna non conformità, in quanto tutte le positività sono risultate essere inferiori alla soglia di tolleranza dello 0,9%, in particolare la maggior parte dei campioni ha mostrato una presenza di OGM autorizzati molto bassa”.
Le analisi condotte sulle varie matrici hanno portato al riscontro di 18 positività, (circa il 1,8%), sul totale dei campioni relative ad OGM autorizzati sul territorio comunitario di cui: 11 al di sotto del limite di quantificazione e 7 quantificate. Va però ricordato che il numero delle positività non corrisponde necessariamente al numero di campioni positivi, in quanto più positività, rispetto a diversi eventi di trasformazione, possono essere riscontrate nello stesso campione.
Quanto ai importazione degli Usmaf, i controlli hanno riguardato 54 campioni, tutti appartenenti al circuito convenzionale. Le matrici maggiormente interessate sono state riso, granella di mais e di soia, farina di mais. Nove positività sono state riscontrate in campioni di granella di mais, granella di soia e riso, sei positività hanno riguardato 4 eventi autorizzati, (Bt176, soia RR, MON810 NK603) rilevati in misura inferiore allo 0,9% e pertanto conformi. Le altre tre positività relative al riso GM non autorizzato Bt63 hanno determinato la non conformità dei campioni.
In particolare, la ricerca degli eventi GM non autorizzati LL601 e Bt63, hanno permesso di riscontrare 5 irregolarità per le quali è stato attivato il sistema di allerta: due per campioni di lino non autorizzato e tre, come accennato, relative alla presenza di riso Bt63 non autorizzato.
Positivo, comunque, il parere del ministero della Salute, anche per il fatto che per la prima volta, nel 2010, l’attività di controllo ufficiale per la ricerca di Ogm nel settore degli alimenti ha coinvolto tutte le Regioni e Province autonome, anche se “si riscontrar qualche difficoltà nella trasmissione delle informazioni che non sempre avviene nei tempi e nei modi previsti”.
Soddisfazione anche per la conformità relativa alle disposizioni di etichettatura per gli OGM autorizzati che, afferma il ministero, “conferma in parte la crescente consapevolezza degli operatori del settore alimentare che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, dall’altra l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto”. Tuttavia, le Regioni/Province autonome non hanno inviato, come richiesto dal Piano nazionale, informazioni sull’attività ispettiva effettuata presso le imprese alimentari. “Tale riscontro – sottolinea il ministero – permetterebbe di ottenere una completa rappresentazione dell’attività generale di controllo che viene condotta dalle Autorità sanitarie anche attraverso i controlli documentali e d’identità”.
Da potenziare anche i controlli sulle importazioni, che “rimangono un punto fondamentale nella catena dei controlli ufficiali. Infatti – ricorda il ministero – se in Italia, come noto, non si coltivano OGM, ciò avviene in alcuni Paesi terzi esportatori di prodotti vegetali. Pertanto, pur tenendo conto della variabilità dei flussi delle merci in importazione, si auspica che gli uffici di frontiera, prime Autorità sanitarie coinvolte nella nazionalizzazione e commercializzazione di prodotti alimentari, contribuiscano sempre più fattivamente alla realizzazione di quanto programmato nel Piano nazionale proprio in relazione al ruolo essenziale che rivestono nella catena dei controlli ufficiali”.
Quotidianosanita.it – 9 luglio 2011
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