La Commissione Europea ha approvato la nuova modalità di valutazione della sicurezza alimentare degli Organismi geneticamente modificati, richiedendo studi di almeno 90 giorni con somministrazione di mangimi Gm a cavie di laboratorio.
Fino ad oggi non esisteva nessun protocollo obbligatorio da seguire per la valutazione degli Ogm, ma soltanto una serie di “linee guida” e consigli. L’industria che ha studiato gli effetti sulla salute degli Ogm è stata così libera di progettare le ricerche, gettando ombre sull’affidabilità dei risultati (creando il sospetto che venissero costruiti a tavolino).
Ad alimentare il dibattito che si era creato i mesi scorsi, una nuova richiesta arriva dalla Commissione Europea a complicare le cose: la Dg Ricerca e Innovazione dalla Commissione Europea ha recentemente chiesto all’Efsa di supportarla in uno studio sugli Ogm. Quali i contenuti? La Commissione sta progettando nel dettaglio studi che prevedano l’alimentazione controllata di roditori per 2 anni con mangime geneticamente modificato, per verificarne i potenziali effetti cancerogeni.
Ma l’Efsa – tramite il Comitato Scientifico, organo che si occupa degli aspetti scientifici trasversali di alto livello – avrebbe opposto resistenza, chiarendo che non sono ben stabilite le finalità degli studi richiesti dalla Commissione. Gli studi a due anni (i cosiddetti “long term”) non avrebbero – secondo le dichiarazioni del Comitato Scientifico – finalità stabilite in assenza di studi preliminari a 28 giorni o a 90 giorni e in grado di dare evidenze preliminari di tossicità.
Al cuore della questione sembra esserci una critica al fatto che un Ogm possa in sé essere sospettato di cancerogenicità, adottando il punto di vista dell’Efsa e il principio della “Equivalenza sostanziale” tra Gm e “controparte convenzionale” (la varietà non Gm usata come comparatore per la fase iniziale della valutazione del rischio). La Commissione parte da un ruolo simile a quello di Pubblico Ministero, con un sospetto di effetti tossici degli Ogm (sebbene poi da dimostrare): ma Efsa vorrebbe rimanere su un terreno più neutrale, senza dare supporto. Nel Comitato Scientifico seggono i ricercatori che guidano i Panel e altri ricercatori senior; questo organo ha quindi un valore anche politico, di rappresentanza esterna della voce dell’Efsa.
Ricordiamo che in Europa l’approvazione sul mercato degli Ogm richiede un parere del panel competente dell’Efsa, tramite i suoi 21 esperti scientifici indipendenti. Non esiste la presunzione di sicurezza per nessun Ogm, che è unico e va valutato individualmente per garantire che non abbia rischi per la salute umana e animale o per l’ambiente. Alla critica che l’Efsa approvi indiscriminatamente i dossier di autorizzazione degli Ogm che riceve, la risposta dell’Authority è che ad oggi ben il 95% degli studi che le sono stati inoltrati è stato considerato insufficiente, con richiesta alle industrie produttrici di fornire ulteriori dati.
ilpuntocoldiretti – 22 maggio 2013