Ma il governo accelera sulle semplificazioni, autorizzazioni alle imprese più facili. Per fine mese «pacchetto giovani»
Questa settimana il decreto sulle semplificazioni, la prossima il pacchetto per favorire l’occupazione giovanile e solo a fine mese, in zona Cesarini, e sempre che si trovino soldi e intesa politica, la soluzione del nodo Iva. L’agenda economica di Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni comincia a farsi pressante. La scadenza dell’Iva, che dal primo luglio dovrebbe aumentare dal 21 al 22% incombe e già questa settimana il presidente del Consiglio ed il ministro dell’Economia avvieranno il confronto con i partiti per decidere come affrontare il nodo.
Oggi stesso Letta ed il vicepresidente del Consiglio, Angelino Alfano, insieme al ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, incontreranno a Palazzo Chigi i capigruppo della maggioranza di Camera e Senato per sondare il terreno. La riunione è stata preceduta, ieri sera, da un vertice tra gli stessi Letta e Alfano con Saccomanni, mentre tra qualche giorno il premier e il ministro dell’Economia dovrebbero avere un primo contatto diretto con Silvo Berlusconi e gli altri leader della maggioranza per concordare il calendario ed i contenuti delle riforme e soprattutto dei provvedimenti che il governo ha in mente per rilanciare l’economia ed evitare l’aumento delle tasse (oltre all’Iva c’è anche l’Imu, soltanto rinviata e dunque ancora da affrontare) che pende come una spada di Damocle su un’economia molto debole. Palazzo Chigi fa intanto sapere che se Pd e PdL non troveranno un accordo sarà lo stesso Letta a sciogliere i nodi.
I dati sul prodotto interno lordo di ieri saranno stati anche scontati, come dice il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, annunciando per venerdì il decreto sulle semplificazioni, ma sono comunque peggiori di quelli previsti nei documenti ufficiali del governo. L’aggiornamento del Documento di economia e finanza ipotizzava per il 2013 una flessione del Pil dell’1,3%, mentre secondo l’Istat, considerati i dati deludenti del primo trimestre, per quest’anno si può già dare per acquisito un calo dell’1,6%. Se è vero che la Ue tiene pienamente conto dell’effetto negativo della congiuntura sui conti pubblici, per il ministro dell’Economia Saccomanni non è certo un bella notizia. Il bilancio pubblico è già ridotto all’osso ed un’ ulteriore flessione delle entrate, possibile con il persistere della congiuntura negativa, lascerebbe davvero pochissimi spazi di manovra per affrontare i nodi sul tappeto.
A Palazzo Chigi e a Via XX settembre non nascondono la difficoltà della situazione. E anche per questo Letta e il ministro dell’Economia si stanno muovendo con decisione per spingere i partiti a fare delle scelte, a stabilire delle priorità. «Saccomanni non ha ancora rinunciato all’idea di evitare l’aumento dell’Iva», assicura Zanonato ma, ammette il ministro, «bisogna ancora trovare le risorse». Al momento l’idea più accreditata è quella di un rinvio dell’aumento Iva di tre o sei mesi, magari insieme ad una revisione delle aliquote per alcuni beni di consumo per limitare il costo dell’operazione per la quale ci vorrebbero, altrimenti, uno o due miliardi a seconda di uno slittamento al primo ottobre o al primo gennaio 2014. Il rinvio offrirebbe al governo almeno tre mesi di tempo per trovare le risorse necessarie, e soprattutto avere un quadro più completo di tutte le esigenze finanziarie, tenendo conto anche della riforma dell’Imu che dovrebbe svilupparsi in parallelo.
Se prevarrà questa linea, la soluzione definitiva dei problemi Iva ed Imu sarà affidata alla legge di Stabilità del 2014. Al momento, in ogni caso, la priorità del governo è la messa a punto del pacchetto semplificazioni e, subito dopo, di quello a favore dell’occupazione giovanile.
Il primo provvedimento dovrebbe arrivare con un decreto già questa settimana, recuperando le ultime misure di liberalizzazione e semplificazione varate dal governo Monti, ma cadute con la fine della legislatura. Ci sono interventi a favore delle imprese, come la certezza dei tempi per le autorizzazioni, la concentrazione delle scadenze amministrative e fiscali, attestati di regolarità contributiva più semplici da ottenere, come le autorizzazioni di carattere ambientale, ma anche per le famiglie. Il rilascio del titolo di studio anche in inglese, ad esempio, oppure lo stesso certificato per il cambio di residenza e la dichiarazione della tariffa rifiuti. Subito dopo sarà la volta del pacchetto lavoro. Il governo avrebbe già accantonato 3-400 milioni per il credito di imposta sulle assunzioni, e messo a punto le ipotesi per la modifica della legge Fornero sul part-time e delle norme che regolano l’accesso alla cassa integrazione straordinaria. Letta vuole arrivare a Bruxelles per il Consiglio Ue del 27-28 giugno con il pacchetto lavoro già approvato. Ed aver maggior forza nel chiedere alla Ue di metter sul piatto le sue risorse per l’occupazione giovanile, e concedere più flessibilità ai Paesi membri sull’utilizzo dei fondi strutturali.
Mario Sensini – Il Corriere della Sera – 11 giugno 2013