L’Agenzia italiana del farmaco è pronta al via libera all’uso degli anticorpi monoclonali contro il Covid-19. E c’è già un fondo, individuato dal governo uscente, per coprire la somministrazione a decine di migliaia di pazienti.
L’ok all’impiego di due farmaci prodotti dalle aziende americane Regeneron e Eli Lilly che bloccano, ai primi sintomi, l’infezione da coronavirus, impedendo lo sviluppo più grave della malattia, potrebbe arrivare oggi da parte della Commissione tecnico scientifica.
Dopo la riunione tenutasi ieri per esaminare i dati disponibili sui monoclonali — giudicati «promettenti ma non conclusivi» — e il pressing del ministro della Salute Roberto Speranza, l’Aifa ha convocato le ditte produttrici per condividere «informazioni non ancora pubblicate ma di notevole interesse come approfondimento» e dare la propria valutazione.
Come ha annunciato il direttore generale Nicola Magrini, subito dopo l’incontro, la stessa Commissione «si esprimerà sulle modalità di utilizzo nell’ambito del Sistema sanitario nazionale. Si potranno così stabilire — ha precisato — le categorie di pazienti per cui sono indicati e utilizzabili gli anticorpi monoclonali».
Non solo. «Il governo italiano — ha aggiunto Magrini — ha individuato un fondo per questi farmaci e quindi abbiamo una disponibilità per coprire diverse decine di migliaia di pazienti». L’Italia si accoda dunque sulla strada già aperta dagli Stati Uniti prima e dalla Germania poi che, in attesa dell’assenso dell’Ema, l’agenzia europea per il farmaco, ha acquistato per 400 milioni di euro 200 mila dosi dello stesso mix di monoclonali che ha curato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo studio clinico, ha sottolineato il direttore dell’Aifa, «sarà comunque mantenuto al fine di avere una ricerca clinica indipendente che valuti i diversi anticorpi monoclonali ». «Il mercato e la ricerca sono attivi e in progress — ha spiegato infatti Magrini — numerose ditte sono coinvolte. Due sono state già autorizzate negli Usa ed è ciò di cui parleremo. Ma ci sono almeno altre quattro aziende in fase III avanzata e numerose altre in via di sviluppo».
I monoclonali sono indicati, secondo gli studi disponibili, «in una fase precoce della malattia, entro 72 ore dallo sviluppo dei sintomi, mentre sono inefficaci nei pazienti più gravi», conferma anche l’ex direttore dell’Ema Guido Rasi.
Cattive notizie sul fronte delle varianti del virus: secondo il Guardian , scienziati britannici hanno scoperto che la grande speranza per i trattamenti farmacologici contro il Covid-19 sta fallendo contro la sudafricana e la brasiliana.
Se dovesse arrivare l’atteso via libera dell’Aifa partirà comunque per ora una fase sperimentale all’interno delle strutture ospedaliere. Solo con l’ok dell’Ema si potrà pensare a un uso di massa.