Oggi il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, presenta il resoconto di un anno di attività della Task force ministeriale per la tutela degli animali d’affezione, la lotta al randagismo e ai canili lager. Istituita nel 2010, con grande risalto, anche mediatico, interpreta, secondo la definizione del ministero, «una modalità organizzativa innovativa di raccordo con le Istituzioni ed il territorio per incidere in maniera concreta». L’obiettivo è la piena applicazione delle norme. Per il SIVeMP, il sindacato che rappresenta i veterinari di medicina pubblica, impegnati ogni giorno sul campo proprio per far rispettare quelle stesse norme, l’appuntamento odierno non può che rappresentare un motivo di soddisfazione.
Ogni risultato raggiunto nel campo della tutela degli animali e contro i maltrattamenti di ogni tipo è un risultato che sentiamo anche nostro.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo ai motivi che stanno alla base della nascita della Task force. Se il ministero non ritenesse “problematici” i settori della lotta al randagismo, della gestione dei canili e della tutela della sanità animale, avrebbe intrapreso iniziative di questo tipo? Senz’altro no.
Bene. I veterinari pubblici quotidianamente lavorano in questi settori. Quotidianamente, spesso operando da soli e senza protezione, si trovano ad affrontare situazioni rischiose, al limite della legalità, se non oltre. In quelle situazioni, che lo stesso Ministero definisce di emergenza, sono chiamati a far rispettare le leggi. I veterinari pubblici sono numericamente pochi (grazie anche ai tagli delle ultime manovre economiche) e purtroppo, diversamente dalla Task force ministeriale, non si spostano in dieci per ogni sopralluogo o ispezione. E sono quindi facili bersagli di pressioni, intimidazioni e aggressioni.
Lo stesso sottosegretario Martini aveva ritenuto che quella delle intimidazioni ai veterinari pubblici in servizio fosse una vera e propria emergenza, tanto da aver istituito ufficialmente, su sollecitazione del SIVeMP, giusto un anno fa, uno specifico Osservatorio ministeriale. Quell’Osservatorio sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina veterinaria pubblica si è insediato il 21 ottobre scorso. È stata l’unica volta che si è riunito. Da allora i componenti non sono più stati convocati.
Ci sia permessa allora un’osservazione. A distanza di un anno dalla nascita della Task force per la tutela degli animali d’affezione oggi il sottosegretario presenta numeri e cifre di un’attività concreta. A distanza di un anno dalla nascita dell’Osservatorio sulle intimidazioni ai veterinari pubblici di questo Paese non è stata ancora intrapresa alcuna iniziativa concreta in loro difesa.
Sarebbe troppo facile osservare che per il ministero della Salute i veterinari pubblici contano meno degli animali d’affezione. E infatti non lo vogliamo fare.
Ma vogliamo invece fornire un piccolo spunto di riflessione: non servono a nulla gli interventi spettacolari e punitivi se non se ne affrontano le cause, se non si va alla radice dei problemi, se non si combatte il clima di violenza che troppo spesso pervade alcuni settori.
Caro sottosegretario, essere a fianco dei veterinari pubblici in servizio, spesso in territori dove la criminalità organizzata la fa da padrone, è la prima risposta vera alle emergenze, alla violenza, alla sopraffazione di cui sono vittime anche gli animali che vorremmo tutelare.
Se non si comprende che esiste una connessione inscindibile tra queste due gravi problematiche, che la lotta per la legalità non si può fare in modo unidirezionale, la decisiva e vitale battaglia per il rispetto delle norme non potrà mai essere vinta.
Oggi noi non partecipiamo alla presentazione del resoconto della Task force. E non perché i risultati di questa attività non siano apprezzabili per la veterinaria pubblica. Ma perché crediamo che la lotta all’illegalità vada affrontata con una strategia complessiva di ben altro respiro. E che vadano garantite prioritariamente le condizioni di sicurezza di chi lavora in prima linea per tutelare il benessere degli animali e la salubrità degli alimenti.
Roma, 14 giugno 2011