Dopo la diffusione della bozza di Pssr aggiornata con gli emendamenti approvati nelle ultime settimane in commissione sanità, il segretario Fvm Veneto, Roberto Poggiani, ha inviato una nota urgente al presidente della V commissione Leonardo Padrin, all’assessore alla sanità Luca Coletto e al segretario per la sanità Domenico Mantoan. Poggiani fa presente ai vertici della sanità regionale la preoccupazione dei servizi veterinari veneti davanti alla nuova formulazione del piano. Per quanto il testo della bozza non sia né chiaro nè di facile interpretazione, quanto è scritto è sufficiente a far nascere gravi interrogativi nella categoria. Il segretario Fvm Veneto chiede di avere al più al più presto delucidazioni, «auspicando che in programmazioni di questa rilevanza possa e debba avere voce il sindacato che rappresenta la quasi la totalità dei veterinari pubblici del Veneto».
E aggiunge: «Ci riserviamo ulteriori osservazioni dopo una più attenta lettura della bozza di Piano nella sua interezza. Ma siamo costretti a notare come delle osservazione e proposte di modifica che come Fvm avevamo illustrato alla Commissione sanità il 23 settembre scorso ben poco sia stato recepito: la maggior parte delle nostre proposte è stata ignorata».
Tra i rilievi e le richieste di chiarimento mosse da Poggiani la mancanza della esplicita citazione delle tre aree funzionali dei servizi veterinari, così coma da vincolo di legge. Il segretario chiede chiarezza poi sulla previsione secondo cui “in ogni Azienda Ulss viene garantita la presenza di una struttura operativa di prevenzione; le apicalità vengono istituite nelle Aziende Ulss capoluogo di Provincia”. «Cosa significa? Che i servizi sono in ogni azienda ma i capi servizio solo nella Asl capoluogo di provincia? Come verrebbe nei fatti gestito un assetto simile?»
Altro trattamento “riservato” ai servizi veterinari la dicitura “Per tale ambito potrà essere definita, con provvedimento di Giunta regionale, una rimodulazione del modello organizzativo, anche su base interaziendale, al fine di ottimizzare l’erogazione dei LEA”. «Come mai questa previsione riguarda solo i servizi veterinari? L’ottimizzazione dei Lea non è una priorità anche per la medicina umana?».
Poggiani rileva poi come in un momento in cui i bilanci dettano le politiche sanitarie, «quello che doveva essere il cespite maggiore di potenziamento delle attività dei dipartimenti di prevenzione, cioè la 194 del 2008, non è sottoposto ad alcun monitoraggio. Perché si prevedono degli osservatori di verifica di spesa e non anche di corretta riscossione?».
23 febbraio 2012 – riproduzione riservata