Un aggiornamento del piano di sanità pubblica, per garantire una risposta adeguata, nel caso in cui il Covid dovesse tornare a fare paura. E, contemporaneamente, il continuo adeguamento del piano pandemico, riformulato per non essere tarato unicamente sul virus influenzale, ma su qualsiasi tipo di virus respiratorio.
I due anni, e oltre, di lotta al Coronavirus spingono la Regione a rafforzarsi, per farsi trovare pronta nel caso in cui l’emergenza sanitaria dovesse tornare a diventare realtà. “Per quanto i numeri di oggi non abbiano nulla a che vedere con quelli del periodo più duro della pandemia, è importante non abbassare la guardia” spiega Francesca Russo, a capo della Prevenzione regionale. “Per questo continuiamo a modulare il piano di sanità pubblica, a seconda della fase della pandemia da Covid, monitorando soprattutto l’andamento delle varianti”.
IL PIANO DI SANITÀ PUBBLICA La novità introdotta da questo aggiornamento è fondamentalmente una e riguarda lo screening all’interno di ospedali e strutture socio-sanitarie. Con una periodicità nell’esecuzione dei tamponi che, per gli operatori, non è più di un test ogni dieci giorni, ma la cui programmazione viene demandata alla decisione del referente medico e dal coordinatore della struttura, sulla base dei fattori di rischio a cui è sottoposto il lavoratore, a partire dal reparto in cui questi è inserito. Quanto agli ospiti delle stesse strutture, questi saranno invece sottoposti al tampone nel caso in cui dovessero presentare dei sintomi oppure secondo determinati criteri stabiliti sempre dal medico coordinatore o referente. L’accesso alle strutture sanitarie, invece, verrà regolamentato considerando sia le necessità di tipo sanitario che psicologico.
Non ci sono novità riguardo ai posti letto, l’organizzazione ospedaliera rimane quella già decisa dai “vecchi” decreti legge. E quindi più posti letto di area intensiva e semi-intensiva respiratoria. Durante la pandemia, la destinazione del 20% dei letti di area medica ai pazienti con malattie respiratorie o infettive. E poi una garanzia di 705 posti letto ospedalieri destinati alla cura dei pazienti positivi al Covid.
IL PIANO PANDEMICO Questo, dunque, riguardo all’aggiornamento del piano sanitario della Regione, che adegua la risposta al virus allo scenario attuale. Altra cosa è il “Pan flu”, il piano pandemico, a sua volta sottoposto a continui aggiornamenti. “Un piano di oltre mille pagine che si compone di una parte ospedaliera, di una territoriale, prevede tavoli specifici ed esercitazioni” spiega l’assessora Manuela Lanzarin. L’ultima di queste risale a poche settimane fa, a Montecchio. “La novità importante del Covid è stata che si è trattato di un virus completamente diverso da quello influenzale” aggiunge Russo. È stata questa la base per l’adeguamento del piano pandemico. “È il programma che prevede tutto quello che si deve fare nel caso dovesse arrivare un virus potenzialmente pandemico. Ed è un piano che, alla luce della grossa novità apportata dal Covid, ora non si orienta più esclusivamente su un virus di tipo influenzale, ma su qualsiasi tipo di virus respiratorio che possa dare origine a una pandemia. Il piano attuale copre gli anni dal 2021 al 2023 ed è continuamente in itinere. Riguarda l’intera struttura sanitaria ed ogni sua area è chiamata ad adeguare e perfezionare ciascuna procedura, nelle varie fasi”. Negli ospedali veneti è previsto un minimo di 705 posti letto dedicati soltanto alla cura dei pazienti positivi al Coronavirus
La Nuova Vemezia