Nuovo regime per i ticket. Riparto risorse 2012 sulla base delle migliori pratiche in vista dei costi standard. Rilancio degli investimenti strutturali e nuovi Lea. Queste le tematiche dell’intesa che dovrà garantire 7,5 mld di risparmi nel biennio 2013-2014. Ecco il testo delle prime ipotesi di lavoro. Anche se con una nota diramata nel pomeriggio il ministro Balduzzi ha specificato che si tratta “di ipotesi contenute in una bozza insieme ad altre decine di ipotesi”, resta il fatto che il cantiere del nuovo Patto per la Salute per il triennio 2013-2015 è partito sul serio. Rimodulazione di ticket, tetto alla spesa farmaceutica, investimenti per l’edilizia sanitaria e lea.
Sono questi i punti principali su cui si può intervenire per modificare la manovra di luglio tramite l’intesa che Regioni e Ministero della Salute dovranno sottoscrivere entro il 30 aprile 2012 e che dovrebbe essere assorbita nel nuovo Patto.
Nella prima bozza di lavoro inviata dal ministro Renato Balduzzi agli assessori regionali, si fa il punto su quali potrebbero essere le misure da prendere per raggiungere una maggiore equità, se si raggiunge l’Intesa. Altrimenti scatterà quanto previsto dalla manovra.
Il quadro del finanziamento del Ssn ammonta a 106.905 miliardi di euro per il 2011, 108.780 per il 2012, 109.294 per il 2013 e 110.786 per il 2014. Sulla base del fabbisogno, bisogna assumere decisioni condivise per attuare la manovra di luglio sulla sanità prevista in 2,5 miliardi per il 2013 e 5 miliardi per il 2014, per un risparmio complessivo quindi di 7,5 miliardi.
Il documento si concentra in particolare sulla spesa farmaceutica e i ticket. Per quel che riguarda beni e servizi, parla di realizzare parte dell’obiettivo di riduzione della spesa attraverso la chiusura/riconversione obbligatoria dei piccoli ospedali entro il 31 ottobre 2013.
Andando alla manovra in campo farmaceutico, è già stata portata all’attenzione delle regioni l’ipotesi elaborata dall’Aifa, che prevede una rimodulazione dei due tetti: quello cioè della farmaceutica territoriale, che si abbasserebbe al 12% (con onere dello sfondamento a carico della filiera) e quello della farmaceutica ospedaliera, che si innalzerebbe al 3,6% (con onere dello sfondamento a carico della filiera per il 35% e delle regioni per il 65%). Per incrementare l’appropriatezza dell’uso dei farmaci, si pensa di rendere più stringente il funzionamento dei registri dei farmaci e l’attivazione di procedure per avere l’eventuale rimborso da parte delle aziende farmaceutiche interessate, tramite payment by results, risk sharing e strumenti simili.
Per quanto riguarda i ticket invece l’idea è di intervenire per reimpostare in modo unitario tutta la tematica della partecipazione alla spesa e delle esenzioni, per garantire un introito aggiuntivo di 2 miliardi di euro a partire dal 2014. Le misure dovrebbero quindi assorbire le forme di partecipazione alla spesa già vigenti in campo nazionale, le economie connesse al ticket da 10 euro per ricetta per le prestazioni specialistiche, e introdurre elementi di maggiore equità sociale graduando la partecipazione e le esenzioni in funzione del reddito equivalente del nucleo familiare. Gli assistiti dal Ssn, indipendentemente dall’età, si legge nel documento, “potrebbero essere assoggettati a forme differenziate di partecipazione alla spesa che tengano conto sia del reddito equivalente che della eventuale presenza di patologie o invalidità”. Si pensa anche di offrire alle regioni la possibilità, in caso di necessità, di rafforzare a loro scelta uno o più delle misure previste dalle singole amministrazioni regionali negli anni, per recuperare il gettito attualmente garantito da forme di partecipazione regionali o garantire il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario.
Ultimi punti toccati dal documento riguardano la manutenzione, costruzione e adeguamento degli ospedali, e i lea. Circa il finanziamento del programma straordinario della legge 67/88 sull’edilizia sanitaria, si mette sul piatto l’idea di fare ricorso, per la copertura, ad una tassa di scopo su prodotti alcolici o junk food. Sui livelli essenziali di assistenza invece, visto che il Dpcm del 2008 non è mai entrato in vigore e che quello del 2001 non corrisponde più alla pratica assistenziale effettivamente garantita dalle regioni, si dice semplicemente che “il tema del loro aggiornamento va risolto e affrontato”.
Quotidianosanita.it – 29 dicembre 2011
Come trovare i fondi per i nuovi ospedali? Il governo vuole tassare alcol e “junk food”
Il ministro Balduzzi sta studiando una serie di interventi per far fronte ai tagli agli sprechi contenuti nella manovra di luglio. Nel patto sulla salute con le Regioni sarebbe appunto prevista una tassa sugli alcolici e sui “cibi spazzatura” (non vengono indicati quali) per finanziare la costruzione di nuovi ospedali. Non solo. Al vaglio anche la chiusura o la ricoversione dei “piccoli ospedali”, quelli cioè con meno di 120 posti letto. Sarà, poi reimpostato il pagamento del ticket da 10 euro
Nuove regole sui ticket, alcune (poche) esenzioni, rimodulazione dei tetti per la spesa farmaceutica e ammodernamento delle strutture sanitarie. E i fondi? Ovviamente basta mettere una tassa di scopo per far cassa.
Al vaglio del ministero della Salute ci sarebbe, infatti, una “stangatina” sugli alcolici e sui junk food, ovvero tutti quei cibi spazzatura che, oltre a fare ingrassare, fanno proprio male all’organismo. Sarebbero queste alcune delle ipotesi allo studio del ministro Renato Balduzzi che ha inviato alle Regioni per affrontare i tagli di finanziamenti del fondo sanitario previsti nella manovra di luglio.
Niente a che vedere con la tassa sulla prima casa. Niente a che vedere con i rincari sui carburanti che, in questi giorni, stanno portando la benzina oltre 1,72 euro al litro. Questi sono, infatti, beni di prima necessità. L’alcol e i junk food non lo sono. Ma accanirsi anche contro questi piccoli “vizi” da parte di uno Stato che sta portando la pressione fiscale verso il 45% farà sicuramente discutere e infuriare molti contribuenti. Il quadro del finanziamento del sistema sanitario ammonta a quasi 107 miliardi di euro per il 2011, 109 per il 2012, 109 per il 2013 e 111 per il 2014. “Sulla base del fabbisogno – spiega il ministero – bisogna assumere decisioni condivise per attuare la manovra di luglio sulla sanità prevista in 2,5 miliardi per il 2013 e 5 miliardi per il 2014”. Proprio per finanziare il programma straordinario sull’edilizia sanitaria, Balduzzi starebbe vagliando l’ipotesi di una tassa di scopo, appunto sugli alcolici o sul junk food. La proposta è solo abbozzata, anche perché non è affatto chiaro cosa il ministero intenda con “cibo spazzatura” e chi dovrà pagare dazio. Alla base dell’ipotesi lo stesso principio per cui, inizialmente, il governo Monti aveva valutato la possibilità di tassare le sigarette.
Per ridurre la spesa del sistema sanitario, il ministero sta anche valutando la chiusura o riconversione obbligatoria dei piccoli ospedali entro il 31 ottobre 2013, “magari utilizzando la metodologia impiegata per i piani di rientro”. Anche in questo caso non viene spiegata la descrizione di “piccolo ospedale” che, solitamente, viene usata a indicare quelle strutture che hanno meno di 120 letti. “Di questa ipotesi – spiega Repubblica – Balduzzi ha parlato nei giorni scorsi con le Regioni senza riscuotere grande successo, tanto che ieri qualcuno si è sorpreso di ritrovarla nel testo diffuso dal ministero”. Non solo. E’ anche già stata portata all’attenzione delle Regioni un’ipotesi elaborata dall’Agenzia italiana del farmaco per rimodulare i due tetti: “Abbassare dall’attuale 13,3% al 12,1% quello per la farmaceutica territoriale (con onere dello sfondamento a carico della filiera) e innalzare dal 2,4% al 3,6% quello per la farmaceutica ospedaliera (onere di sfondamento a carico della filiera per il 35% e delle regioni per il 65%)”.
Appena insediato, Balduzzi aveva fatto sapere di essere contrario a far pagare a tutti il ticket da 10 euro. Un altro punto di intervento allo studio del ministero è, infatti, “la reimpostazione della compartecipazione alla spesa e all’esenzione per reddito in modo da garantire un introito aggiuntivo di 2 miliardi di euro”. Nelle intenzioni di Balduzzi ci sarebbero, quindi, interventi tesi a “introdurre elementi di maggiore equità sociale graduando la partecipazione e le esenzioni in funzione del reddito equivalente del nucleo familiare”. Indipendentemente dall’età, i pazienti “potrebbero essere assoggettati a forme differenziate di partecipazione alla spesa che tengano conto sia del reddito equivalente che della eventuale presenza di patologie o invalidità”. Ciascun intervento al vaglio del ministero dovrebbero “assorbire le forme di partecipazione alla spesa già vigenti in campo nazionale, le economie connesse alla misura specifica della quota di 10 euro per ricetta per le prestazioni specialistiche e comprendere nuove forme di partecipazione alla spesa da determinarsi a livello nazionale” per un importo di manovra pari a 2 miliardi di euro a partire dal 2014.
Il Giornale – 30 dicembre 2011