Se dopo oltre dieci anni di discussioni e tiramolla (vedi pezzo qui sotto), oggi, aprendo il giornale, vi sentirete smarriti di fronte al fiorire di nuove aree o di nuovi punti cardinali, intanto consolatevi: pure il governatore Luca Zaia non saprebbe come orientarsi. Come ha confessato ieri lui stesso, rivolgendosi agli interlocutori del tavolo tecnico convocato nella sede della giunta regionale (che comprende sindaco, presidente della Provincia, rettore dell’Università, direttore generale dell’Azienda ospedaliera), «se mi chiedete di accompagnarvi a Padova Ovest o a Padova Est ho difficoltà a farlo perché non so neanche dove siano, queste aree non lo ho neanche mai viste di persona».
Ma la verità è che questa potrebbe essere davvero la volta buona, per capire che direzione prenderà la più importante opera pubblica del Veneto dei prossimi decenni (economicamente seconda solo alla Pedemontana): il nuovo policlinico-universitario regionale di Padova che, nelle intenzioni, dovrebbe rialzare l’asticella dell’eccellenza veneta a livello internazionale, ponendosi come centro di riferimento sanitario (per didattica, ricerca e cura) almeno per tutto il Nord Italia. La novità è appunto questa: che ora c’è una data. È il 27 novembre, giorno in cui la Regione riconvocherà per l’ultima volta il «comitato di coordinamento per la realizzazione del nuovo polo della salute» e deciderà definitivamente in quale sede dovrà essere edificata l’opera.
A stabilirlo è stato ieri proprio lo stesso Zaia, al termine dell’ultimo giro di «consultazioni» delle parti, nel quale sono state poste sul tavolo le ultime due proposte. E cioè quella avanzata dal sindaco di Padova Sergio Giordani (e dal suo vice Arturo Lorenzoni), che prevede la costruzione di un nuovo ospedale nella sede di quello attuale, in centro storico; e quella suggerita dal presidente della Provincia, Enoch Soranzo, che rispolvera (allargandola) l’area a Sud della città, ovvero l’Ospedale ai Colli, vicino all’aeroporto «Allegri». Due soluzioni che si aggiungono a quelle già sul tappeto: l’ormai quasi abbandonata «Padova Ovest» (quella del primo progetto galaniano) e «Padova Est», che era stata a suo tempo indicata dall’ex sindaco leghista Massimo Bitonci e che oggi è ancora — almeno teoricamente — in «pole position» (sempre per usare le parole del governatore).
Venti giorni di tempo, dunque, per decidere. «Ho dato mandato al direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova, Luciano Flor, di coordinare il gruppo di tecnici che dovrà fare il punto definitivo della situazione — ha affermato Zaia al termine dell’incontro —. E la prima riunione si terrà già domani (oggi, ndr ). Saranno loro a dirci costi e benefici. Poi sceglieremo». Ora nessuno, certo, ha la sfera di cristallo; ma la giornata di ieri ha comunque fornito dei messaggi importanti, che possono aiutare a decifrare le mosse future. Il primo: non c’è stata una chiusura pregiudiziale da parte della Regione all’ipotesi del Comune di «rifare» l’attuale policlinico. Un segno di apertura (sebbene la strada sia in salita). Secondo: il sindaco Giordani ha chiaramente fatto capire di essere a sua volta disposto a considerare altre soluzioni («Nessuna impuntatura, nessuna sfida,ma disponibilità a un dialogo a 360 gradi»); a patto che l’attuale sede dell’ospedale non sia totalmente abbandonata. Che è anche un modo per non abdicare del tutto alle promesse fatte in campagna elettorale e per indorare la pillola alla coalizione civica di Lorenzoni che lo ha sostenuto (non a caso il vicesindaco ieri appariva proprio il più scuro in volto): «La nostra amministrazione — ha affermato Giordani durante l’incontro — ha l’esigenza assoluta di avere certezze granitiche sul futuro del sito che ospita attualmente il policlinico, troppo pesante per la città l’eventualità che sia sconvolto un intero ecosistema urbano». Terzo: su Padova Est si è capito ancora che il Comune non è disposto a cedere gratuitamente l’area alla Regione, particolare che potrebbe far scivolare di qualche passo indietro la soluzione indicata (la Regione però potrebbe anche pagare, magari in opere). Ma quindi, cosa succederà? La sensazione è che nel mezzo di questa impasse possa trovare strada una soluzione «salomonica».
Un doppio binario. Il Comune potrebbe strappare una ristrutturazione dell’attuale policlinico, che diventerebbe una sorta di ospedale per la città (e dove potrebbe restare, per esempio, Pediatria, il cui iter di rifacimento è in corso d’opera); mentre la Regione potrebbe procedere alla realizzazione di un’opera nuova di alto livello, moderna, in una diversa sede. Magari proprio quella suggerita dalla Provincia, ossia Brusegana. Una soluzione che parrebbe non dispiacere neanche al rettore dell’Università, Rosario Rizzuto che ieri, pur senza risparmiare alcune stilettate («Onestamente, due anni dopo il mio primo incontro al tavolo pensavo di vedere il progresso dell’opera e non di discutere ancora di come, quando e in quale sede farla»), ha indicato proprio il modello di Torino: «Ospedale ad alta tecnologia collocato su nuova sede, riqualificazione delle Molinette». A questo punto non resta che attendere. Venti giorni, in fondo, cosa sono?
NUOVO OSPEDALE DI PADOVA. SUL SITO WEB DELLA REGIONE VERBALE E ATTI
Si comunica che al link http://www.regione.veneto.it/web/sanita/nuovo-ospedale-di-padova sono da ora visionabili e scaricabili il verbale e gli atti relativi al tavolo sul nuovo ospedale di Padova, tenutosi oggi nella sede della Giunta regionale.
Erano presenti tutti i rappresentanti delle Istituzioni interessate, accompagnati dai rispettivi tecnici.
Per la Regione, con Zaia, erano presenti l’Assessore alla Sanità Luca Coletto e gli Assessori padovani Roberto Marcato e Giuseppe Pan; il Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Fabrizio Boron; per il Comune di Padova, il Sindaco Sergio Giordani e il Vicesindaco Arturo Lorenzoni; per la Provincia di Padova il Presidente Enoch Soranzo; per l’Azienda Ospedaliera di Padova, il Direttore Generale Luciano Flor, per l’Università di Padova, il Rettore Rosario Rizzuto e il Presidente della Scuola di Medicina Mario Plebani, per l’Istituto Oncologico Veneto, il Direttore Amministrativo Maria Oliviera Cordiano.
Il Corriere del Veneto – 7 novembre 2017