Incredibile, ma tristemente vero. Ancora una volta gli scontri politici e le incessanti divisioni tra i centri di potere opposti sono riusciti a rallentare la pratica per la collocazione del nuovo ospedale.
È questa la sintesi del tavolo istituzionale tenutosi ieri mattina a Palazzo Balbi a Venezia che doveva archiviare definitivamente le soluzioni di corso Australia e dell’aeroporto Allegri. I due siti sono stati infatti ritenuti inadatti per la costruzione del nuovo polo sanitario padovano. Il primo per via di un elevato rischio idrogeologico (certificato dalla documentazione tecnica presentata e allegata ieri), il secondo perché l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, ha confermato lunedì la destinazione aeroportuale di via dei Colli bloccando ogni ipotesi di collocamento del polo medico.
Alle dieci del mattino, insomma, a pochi minuti dall’inizio della riunione sembrava che l’area di San Lazzaro fosse l’unica ipotesi rimasti sul piatto. Verso la fine, però, dopo che il direttore dell’Azienda Ospedaliera Claudio Dario (a sinistra foto in basso) , nelle vesti di responsabile della stazione appaltante, ha illustrato quanto emerso nei giorni scorsi (cioè che solo per mettere in sicurezza l’area di Padova Ovest sarebbero necessari 65 milioni di euro in più e che l’Enac ha appunto dichiarato non disponibile lo scalo di via dei Colli), è arrivato il colpo di scena. Di fronte allo stupore degli altri presenti – il governatore Luca Zaia (a sinistra prima foto) il sindaco Massimo Bitonci (seconda foto) il rettore dell’Università Rosario Rizzuto (foto quattro) , il preside della Scuola di Medicina Santo Davide Ferrara e il professor Giuseppe Opocher per lo Iov – il presidente della Provincia Enoch Soranzo (foto tre) ha fatto mettere agli atti una lettera firmata dal sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano in cui si attesta, nonostante la già citata posizione contraria dell’Enac, la possibilità di utilizzo dell’Allegri per collocarvi il nuovo ospedale. A quel punto, piuttosto innervosito sia per il contenuto che per la lunghezza dell’intervento di Soranzo, Zaia ha ricordato come la competenza del ministero della Difesa sull’aeroporto di via dei Colli sia «minimale» e, carte alla mano, come sia l’Agenzia del Demanio che l’Enac abbiano più volte certificato la non disponibilità dell’area. Davanti all’insistenza del numero uno della Provincia, Zaia però non ha potuto far altro che incaricare il direttore Dario di ulteriori approfondimenti per sgomberare il campo dagli ultimi (residuali) dubbi). Per tanto il tavolo è stato riconvocato per il 26 gennaio prossimo. Per quella data, salvo nuovi sorprendenti colpi di scena, lo scalo di via dei Colli verrà definitivamente depennato e l’area di Padova Est (sulla quale Finanza e Progetti ha già adattato il progetto di corso Australia) rimarrà l’unica soluzione in campo. Visto quando accaduto, però, non esistono certezze. Malgrado il monito del governatore Zaia messo a verbale al termine della riunione: «Siate più buoni. Buon Natale a tutti».
«L’incontro è stato molto positivo – interviene Bitonci al termine del tavolo-. L’area di San Lazzaro è stata di fatto promossa da tutti. La lettera di un sottosegretario, presumibilmente redatta di fretta dopo che la stampa aveva dato notizia dell’indisponibilità dell’Allegri ha il sapore di un’azione isolata di disturbo esercitata ormai fuori tempo massimo».
«Nessun dispetto o disturbo – ribatte Soranzo -. Ma soltanto il desiderio di prendere la decisione migliore, valutando le potenzialità di un’area, quella dell’aeroporto, interamente pubblica e più grande di quella di Padova Est». Lo scontro tra l’amministrazione provinciale sostenuta da una maggioranza di centrosinistra (con il supporto di Ncd e tosiani) e quella cittadina a guida leghista però pare avere poco a che fare con le scelte tecniche ed essere più legata a quelle squisitamente politiche. A rimetterci finora sono state la medicina e la sanità padovane le quali, ormai da troppo tempo, attendono un piano serio e concreto per andare oltre via Giustiniani.
Davide D’Attino – Il Corriere di Verona – 17 dicembre 2015