Continua a trapelare poco o nulla dall’incontro che si è svolto lunedì tra gli avvocati dei soggetti pubblici coinvolti nella partita del nuovo ospedale di Padova. Non solo perché, a taccuino aperto, tutti i protagonisti preferiscono non rilasciare alcuna dichiarazione. Ma anche perché, a registratore spento, nessuno si azzarda a rispondere all’interrogativo principale dell’intera vicenda.
Ovvero: si è capito oppure no se, sulla base di una recente sentenza del Tar, Finanza e Progetti Spa (cioè la compagine proponente del project financing di Padova Ovest) debba obbligatoriamente essere coinvolta pure adesso che l’opera, come deciso martedì scorso dal tavolo tecnico tenutosi in Regione, è stata collocata a Padova Est? Chissà. Questo, prima di dare ufficialmente il via ad un nuovo iter, il governatore del Veneto Luca Zaia voleva sapere con urgenza. Ma, al momento, non si sa se il pool di legali (Ezio Zanon per la Regione, Fulvio Lorigiola per il Comune, Bruno Barel per l’Azienda Ospedaliera e Chiara Cacciavillani per l’Università) abbia soddisfatto o meno la richiesta del presidente. «Sono anche io in attesa di sapere qualcosa per poi regolarmi di conseguenza – commenta il professor Vittorio Domenichelli, avvocato di F&P – Mi pare di aver capito che i miei colleghi abbiano consegnato il parere a Zaia e che ora tocchi a Zaia renderlo pubblico. Comunque, la mia posizione è sempre la stessa: come proponente di Padova Ovest, F&P merita una sorta di primogenitura pure per Padova Est. Questo dice la sentenza del Tar. E, se non si desse seguito a questa sentenza, tutte le questioni sollevate dal nostro ricorso tornerebbero prepotentemente in gioco». La partita, legale e non, resta dunque apertissima. (d.d’a.)
Il Corriere del Veneto – 10 dicembre 2016