Quando si parla di nuovo ospedale non si possono non ricordare i quasi dodici anni di dibattiti, annunci, polemiche, colpi di scena, dietrofront, querelle giudiziarie e chi più ne ha più ne metta. Già. Perché la discussione in merito al progetto di realizzare una struttura che prenda il posto del vecchio policlinico universitario di via Giustiniani entra davvero nel vivo a giugno 2004.
All’indomani della sconfitta del sindaco uscente Giustina Destro (Fi) e del ritorno a Palazzo Moroni di Flavio Zanonato (Ds), il nuovo ospedale finisce nel programma del Comune nero su bianco. L’intenzione è quella di costruire un nuovo polo sanitario, fuori dal centro storico (dove invece si trova quello attuale) e di valenza europea. Se non internazionale. Il progetto travalica i confini politici: nonostante alla presidenza della Regione e a quella della Provincia ci siano due forzisti (Giancarlo Galan e Vittorio Casarin), l’intesa politica con il sindaco Ds è buona. Dopo aver esaminato anche le aree dell’aeroporto Allegri (già allora scartato), della Guizza e della cosiddetta curva Boston, il nuovo ospedale viene collocato a Padova Ovest, in una zona interamente di proprietà privata più o meno di fronte allo stadio Euganeo. In proposito, a marzo 2010, viene firmato un primo accordo di programma, adottando la proposta avanzata dalla multinazionale Bovis Lend Lease: è il cosiddetto Patavium da realizzare in project financing per una spesa che si aggira intorno al miliardo e mezzo di euro. Pochi mesi dopo, però, quando a capo di Palazzo Balbi il leghista Luca Zaia succede a Galan, la cifra per cui la Regione si dice disponibile ad impegnarsi si dimezza, scendendo a 650 milioni di euro. E, pressoché in contemporanea, il soggetto proponente cambia volto: è il turno della vicentina Finanza e Progetti, la cui offerta, malgrado l’intesa di tutte le parti in causa, non otterrà mai il riconoscimento d’interesse pubblico. Nel frattempo, la presidente della Provincia Barbara Degani (Pdl) prova a rimettere in gioco l’area dell’Allegri. Ma invano. Tanto che, a luglio 2013, il governatore Zaia, il vicesindaco Ivo Rossi (Pd) e la stessa Degani sottoscrivono un secondo accordo, annunciando che la prima pietra dell’opera verrà messa a inizio 2015. Ma, a giugno 2014, il successo del leghista Massimo Bitonci alle elezioni amministrative blocca improvvisamente tutto. Il neosindaco del Carroccio, infatti, reputa la zona dell’Euganeo non adatta e cambia le carte in tavola quattro volte in pochi mesi: prima propone la ristrutturazione del vecchio ospedale, poi la costruzione di un nuovo nosocomio sul sito di quello esistente, poi ancora la collocazione dell’opera in via Corrado (al posto degli uffici di AcegasAps e dei campi del Cus) e infine la scelta cade su Padova Est. Il resto è storia. Recente. (d.d’a.)
Il Corriere del Veneto – 3 febbraio 2016