Eccola la partenza ufficiale della nuova campagna vaccinale contro il Covid che al momento prevede somministrazioni «raccomandate» per determinate categorie. Innanzitutto per le quarte dosi (o secondo richiamo) a tutti gli over 60, i fragili, gli operatori sanitari, il personale e gli ospiti delle Rsa e le donne in gravidanza (chi l’ha già fatta la quarta dose questa estate non deve dunque fare la quinta). E poi apertura alle terze dosi (primo richiamo) per tutti gli over 12 che ancora non l’hanno fatta e potranno dunque sfruttare il nuovo vaccino bivalente. Unica condizione per entrambe le categorie è che ci sia una distanza di almeno quattro mesi dall’ultima iniezione.
Fin qui le conferme alle prime anticipazioni arrivate con la circolare del ministero della Salute di mercoledì scorso. Ieri però durante la conferenza stampa di presentazione della campagna vaccinale è arrivata anche una chiara apertura alla quarta dose per tutti gli over 12 (quindi non solo per gli over 60). A domanda precisa il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco ha infatti chiarito: «I vaccini bivalenti sono raccomandati alle categorie a rischio, così come è scritto nella circolare, ma chi vuole può farlo». Sulla stessa scia anche il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza: «Per tutti gli over 12 il vaccino bivalente è autorizzato dall’Ema e dall’Aifa e si potrà fare su base volontaria. Nei prossimi giorni verrà data indicazione più dettagliata alle Regioni sulle modalità, compatibilmente con l’organizzazione logistica che deve dare priorità alle categorie a rischio». In pratica la priorità è per le categorie più a rischio (over 60 e fragili) e quelle più scoperte (chi è senza terza dose), ma «compatibilmente» con la gestione della campagna le Regioni potrebbero aprire anche a tutti gli altri che vogliono vaccinarsi «volontariamente». Solo che al momento le Regioni non prevedono questa opzione come appare dai siti per le prenotazioni così come dai comunicati stampa pubblicati ieri con le prime indicazioni. Anzi più di una Regione fa sapere che senza una indicazione precisa dal ministero sull’apertura a tutti per la quarta dose non si procederà con l’ampliamento delle somministrazioni. Dunque al momento questa possibilità appare quantomeno ancora da chiarire.
Un altro rebus riguarda il possibile arrivo già a fine mese di un secondo vaccino bivalente, questa volta tarato oltre che sul ceppo originario del virus (quello di Wuhan) anche sulla sottovariante Omicron 5, quella ora prevalente in Italia al contrario di Omicron 1 non più presente (quella del nuovo vaccino ora disponibile). Perché non aspettare questo secondo vaccino come hanno fatto a esempio gli Usa? « È importante più la tempistica con cui si esegue la vaccinazione di richiamo che non il vaccino impiegato», ha chiarito ieri il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. Che aggiunge: «Il vaccino aggiornato contro Omicron BA.1 si è dimostrato in grado di generare una risposta degli anticorpi neutralizzanti contro la variante BA.1, ma anche contro BA.4 e BA.5, il 90% dei ceppi isolati in Italia. Sono quindi vaccini largamente utili contro la malattia grave».