L’Usl 6 propone alla Regione un bilancio preventivo 2015 più «ricco» per circa 4 milioni di euro e chiede, in sostanza, di ottenere per l’anno in corso questa cifra, in aggiunta alla quota assegnata dalla Regione, che si attesta sui 507 milioni 826 mila euro, 8,3 meno del 2014. Lo scorso 23 marzo il direttore generale Ermanno Angonese ha approvato la proposta di bilancio preventivo che è stata inviata in Regione.
Proposta che ipotizza un passivo di 14 milioni 663 mila euro. Circa 4 milioni in più dell’obiettivo indicato dalla delibera della giunta regionale del 24 dicembre, che ha stabilito i riparti provvisori per le Usl venete e per l’Usl 6 un’asticella posta provvisoriamente a 10 milioni 548 mila euro di perdita. Ma è un passivo per ora solo ipotetico, funzionale ad ottenere un aumento del fondo.
La cifra dei 14 milioni si ottiene sommando, ai 4 milioni che l’Usl vorrebbe per aumentare le prestazioni, gli oltre 9 milioni di aumento della spesa in farmaci, dovuta in buona parte ai nuovi farmaci per l’epatite C che la Regione ha reso obbligatori a tutte le Usl, senza per il momento stanziare fondi aggiuntivi.
Dunque, sono soldi messi a bilancio alla voce delle uscite, in attesa che vengano ripianati dalla Regione.
Angonese assicura che l’azienda chiuderà i conti in attivo, come avvenuto negli ultimi due anni.
L’esercizio del 2013 infatti è stato chiuso in utile per 1,6 milioni, il preconsuntivo del 2014, non ancora definitivo, vede un utile di 154 mila euro.
«Abbiamo previsto un aumento delle attività che comportano maggiori uscite – spiega Angonese – e questo a fronte di un finanziamento regionale minore. Se ci verrà riconosciuta questa maggiore capacità di spesa, potremo aumentare i servizi, in caso contrario razionalizzeremo le previsioni, fermo restando che la qualità non si tocca».
L’aumento del costo dei farmaci incide per 9 milioni 360 mila euro (+15,8% sul 2014) per una spesa totale di 52 milioni 640 mila euro. Di questi, 8,1 milioni sono spese aggiuntive dovute all’introduzione di farmaci di nuova generazione per la terapia dell’epatite C. Tra i costi in più preventivati ci sono poi gli 856 mila euro per l’Ospedale di Comunità, dove collocare dopo le dimissioni dall’ospedale i malati più fragili, struttura che dovrebbe essere attivata in giugno.
«A fine anno contiamo di chiudere in attivo, perché miglioreremo l’efficienza della spesa – dice Angonese – Dobbiamo espletare oltre cento gare d’appalto per le forniture nel corso dell’anno, per 300 milioni di euro. Abbiamo impostato capitolati dai quali ci aspettiamo un risparmio importante».
Il Corriere del Veneto – 2 aprile 2015