La Regione riorganizza la macchina regionale e penalizza ulteriormente la struttura competente per sanità veterinaria e sicurezza alimentare. A distanza di poche settimane dal richiamo ufficiale del ministero della Salute, che ha chiesto ripetutamente al Veneto di adeguare alle disposizioni di legge l’organizzazione della sanità pubblica veterinaria, sia a livello regionale che delle Usl, la Giunta si muove in direzione esattamente opposta addirittura inglobando in una nuova unica Direzione le competenze di sanità veterinaria e sicurezza alimentare a quelle di prevenzione e sanità pubblica. Dal 1° luglio sparisce quindi le Sezione autonoma Veterinaria e Sicurezza alimentare, attivata all’inizio del 2014, e la sanità veterinaria non avrà più una propria specifica struttura, con relativo direttore, dello stesso livello avuto fino ad ora. Si conferma così un quadro di progressivo arretramento dell’autorità competente regionale.
E il venir meno di una struttura veterinaria regionale collaudata e autorevole avrà inoltre inevitabili e pesanti ricadute sugli stessi servizi veterinari delle Usl. Peraltro il Ministero della Salute, nel report sull’audit in Veneto del novembre scorso, nel sottolineare le criticità riscontrate, aveva definito “incompleta” e sottorganico la struttura regionale e chiesto al Veneto di assicurare alla veterinaria pubblica “risorse umane adeguate”.
“La Regione – sottolinea la segreteria regionale del Sindacato italiani veterinari di medicina pubblica – non solo ha disatteso gli autorevoli richiami ricevuti in ultima istanza dagli stessi direttori generali per la sicurezza alimentare e la sanità animale, Giuseppe Ruocco e Silvio Borrello, ma paradossalmente, con quest’ultima riorganizzazione, ha addirittura acuito le criticità riscontrate, mettendo a rischio una catena di comando chiara e definita, indispensabile per garantire un processo decisionale rapido e efficace”. La sicurezza e la salubrità di tutti gli alimenti di origine animale, la sanità animale e il benessere animale sono competenze specifiche di esclusivo appannaggio dei dirigenti veterinari. Non possono sfuggire i rischi cui andrebbero incontro i cittadini e gli operatori della filiera agroalimentare se si ipotizzano realtà organizzative apicali governate da figure altre (medici, amministrativi, ecc).
L’efficacia e la serietà con in cui la sanita veterinaria pubblica in Veneto ha saputo affrontare, nonostante tutto, le numerose emergenze che si sono riproposte quotidianamente ha ricevuto ampi riconoscimenti dall’esterno. Spiace constatare che non sembra aver insegnato nulla all’amministrazione regionale.
“Sembra che i vertici della sanità regionale – continua la segreteria Sivemp – non si rendano conto dei rischi che un assetto carente e inadeguato della veterinaria pubblica può comportare per la salute umana e animale, la sicurezza alimentare e la stessa credibilità del settore agroalimentare veneto. Già oggi, come sottolineato dal report ministeriale, il sovraccarico di compiti attribuiti a ciascuna unità di personale di fatto obbliga a scelte di priorità o di emergenza. Con questi organici, sempre più drammaticamente sottodimensionati, i servizi veterinari non sono materialmente in grado di assicurare neppure l’espletamento dei livelli essenziali di assistenza. Si sono chiesti i vertici della sanità regionale cosa accadrebbe poi nel caso, non certo improbabile, che si verificasse una più grave emergenza sanitaria?”.
“Davanti a una programmazione sanitaria di così scarsa lungimiranza – afferma la segreteria regionale Sivemp – è lecita la preoccupazione per gli sviluppi e la futura applicazione della riforma sanitaria, in questi giorni all’esame del consiglio regionale. Riforma che prevede, tra l’altro, la riduzione delle Ulss da 21 a 9. Un passaggio assai delicato e complesso che non può e non deve produrre ulteriori arretramenti e depotenziamenti. La posta in gioco per la salute pubblica è, infatti, altissima”.
Il Sivemp ricorda “che lo stesso ministero della Salute, nei mesi scorsi, nel riscontrare in Veneto una penalizzazione del numero di strutture complesse previste per le articolazioni organizzative dell’area Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare, ha chiesto alla Regione Veneto di adeguare l’organizzazione dei Dipartimenti di prevenzione delle Usl in conformità all’articolo 7 quater del DLgs 502/92, come modificato in ultimo dalla Legge 190/2014 (art.1, comma 582)”. Questo anche sulla base degli impegni assunti dalla stessa Regione con il Patto della Salute 2014-2016.
“Ci auguriamo – conclude la segreteria Sivemp – che la Regione finalmente preveda un assetto dei Dipartimenti di prevenzione conforme al dettato normativo, assicurando in ogni Usl alle tre strutture veterinarie l’autonomia tecnico-funzionale e organizzativa nell’ambito della struttura dipartimentale. Nel malaugurato caso, invece, la Regione intendesse adottare nuovamente modelli raffazzonati e riduttivi, il Sivemp Veneto annuncia sin da ora la sua ferma intenzione di opporsi in tutte le sedi”.
Per le informazioni sulla riorganizzazione della macchina regionale leggi qui e qui
A cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 15 giugno 2016