Etichettatura dei prodotti lattiero caseari a tutela del made in Italy. Ma non solo. Gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti dedicano una doppia ovazione al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, arrivato al “milk day” di Milano con il testo firmato del decreto interministeriale per l’etichettatura di origine. Perché dopo questo annuncio, il premier ne fa subito un altro.
Con la legge di stabilità del 2017, la prossima, anche le aziende agricole potranno accedere ai fondi di rotazione messi a disposizione del ministero dello Sviluppo economico. Il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, apprezza con l’invito alla platea a un ulteriore applauso e sventolio di bandiere gialle.
In poco più di un anno, gli agricoltori hanno costruito un forte asse di confronto con il presidente del Consiglio e con il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Lo ricorda lo stesso Moncalvo quando parla della cancellazione dell’Imu e dell’Irap per il mondo agricolo, delle misure a sostegno dell’export del made in Italy, e ora del decreto per mettere in etichetta l’origine del latte. E poi la sorpresa dei fondi di rotazione. È su questo abbrivio che Moncalvo, a nome della Coldiretti, dà un appoggio «forte e convinto alla riforma costituzionale», oggetto di referendum il prossimo ottobre. «Diciamo sì alle riforme» è la dichiarazione di Moncalvo. Stretta di mano a parola al premier: «Sono nipote di un sensale – dice – e so quanto valga la parola data. Noi la parola la manteniamo con i fatti e questi sono fatti», rilancia mostrando alla platea di oltre seimila agricoltori il testo con la firma dei ministri Martina e Calenda. E aggiunge: «C’è un passaggio da fare nei prossimi sei mesi. Vorrei che dopo il referendum e prima della legge di stabilità ci reincontrassimo per prendere impegni su come i fondi rotativi del ministero dello Sviluppo economico e quelli per giovani agricoltori siano usati con una strategia diversa e una nuova struttura di comunicazioni per aiutare a raccontare meglio l’agricoltura. Se faremo così – aggiunge Renzi – accadrà una cosa semplice: dopo anni in cui l’agricoltura è stata considerata un fenomeno di serie B, l’agricoltura diventerà di nuovo centrale per il Paese. Dopo anni di schiaffoni e risolini andremo con orgoglio nazionale in Europa, portando i colori del Paese più bello del mondo».
Applausi anche per il ministro Martina che spiega: «Siamo davanti a un passo storico che può aiutare tutto il sistema lattiero caseario italiano. Parliamo di un settore che nel suo complesso vale più di 20 miliardi e che vogliamo dotare di ancora più strumenti per competere. Ci sono analisi che dimostrano la propensione dei consumatori anche a pagare di più per un prodotto che sia d’origine italiana tracciata. Con il decreto sarà possibile sfruttare questi spazi, perché finalmente i consumatori potranno essere pienamente informati. L’indicazione chiara ed evidente dell’origine della materia prima è un elemento cruciale per valorizzare il lavoro di più di 34mila allevatori che rappresentano il cuore pulsante di questo settore».
Il made in Italy in etichetta piace da subito al Consorzio del Parmigiano Reggiano. Per il presidente Alessandro Bezzi, si tratta di «provvedimento importantissimo per tutto il mondo del latte», anche se non riguarda direttamente il Parmigiano la cui filiera è da sempre a tutto latte italiano.
Di «trasparenza» parla invece il direttore del consorzio di tutela del Grana Padano, Stefano Berni. «La recente apertura dell’Europa in materia di etichette – dice ancora – ci fanno ben sperare perché non possiamo più reggere una situazione del genere». E Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura all’Europarlamento, ribadisce: «Un passo nella giusta direzione per fornire maggiori indicazioni ai consumatori che avranno così più possibilità di scelta».
Roberto Iotti – Il Sole 24 Ore – 1 giugno 2016