Il Consiglio dei ministri ha varato il disegno di legge per il pagamento dei debiti della Pa che «ha il duplice scopo di accelerare i pagamenti residui e di mettere in campo misure per evitare nuovi accumuli», ha dichiarato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante la conferenza stampa seguita al Cdm di oggi.
«Introdurre un sistema di pagamenti è un fattore di estrema trasparenza reso possibile dal fatto che la completa informatizzazione dei certificati permette di identificare quello che é lo stato dei pagamenti, monitorarne il percorso e fare in modo che siano rispettatti i tempi», ha aggiunto il ministro dell’Economia.
Il Ddl annunciato in Cdm prevede lo sblocco «immediato e totale dei debiti della Pa.: 22 miliardi già pagati e 68 miliardi totali che pagheremo entro luglio», come ha spiegato Renzi. «Abbiamo preso la stima della Banca d’Italia – ha aggiunto – mentre al ministero dell’Economia non sono così convinti che siano 68 miliardi. Entro luglio sblocchiamo tutti», ha detto il premier, per il quale il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, generà un «maggiore gettito fiscale».
Nel Ddl approvato sono inserite norme per agevolare ulteriormente il rispetto della normativa europea sui tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione. Il Governo, per rispettare i tempi prescritti dalla direttiva 2001/7/Ue (limite di 30 giorni, derogabili al massimo a 60 per le imprese pubbliche, la sanità o alcuni casi eccezionali) punterà sulla riforma della contabilità degli enti locali e sulla fatturazione elettronica.
Da un punto di vista degli aspetti più strettamente tecnici, il piano per il pagamento dei debiti Pa sarebbe a buon punto. Il silenzio assenso per certificare le fatture e il blocco delle assunzioni per gli enti locali che sforano i tempi di pagamento previsti sono due degli ultimi correttivi in rampa di lancio. Per evitare che si accumuli un nuovo arretrato, le imprese caricheranno le fatture sulla piattaforma elettronica gestita centralmente dall’Economia, a quel punto le pubbliche amministrazioni potranno pagare direttamente oppure avranno un tetto di giorni entro i quali contestare i dati del fornitore o la relativa prestazione. In assenza di comunicazioni, il credito si intenderebbe automaticamente certificato.
Gli imprenditori avrebbero la possibilità di cedere in banca il credito in modalità pro soluto, un canale di maggiore appeal rispetto allo sconto pro solvendo (con il quale chi cede è impegnato a pagare se il debitore risultasse inadempiente). Le Pa diventerebbero a quel punto debitrici delle banche, che consentirebbero una ristrutturazione del debito su più anni. Le banche eventualmente in difficoltà potrebbero poi cedere questi crediti a Cdp che allungherebbe ulteriormente la ristrutturazione del debito avvalendosi della delega di pagamento sulle imposte dovute dai cittadini agli enti locali. A copertura dell’intero meccanismo, ci sarebbe un Fondo per la copertura degli oneri determinati dal rilascio della garanzia dello Stato.
«Ci auguriamo che il disegno di legge sui tempi di pagamento» della Pubblica amministrazione, «approvato dal Consiglio dei ministri, porti a un azzeramento dei debiti degli enti sanitari per dare una scossa alla ripresa economica e alla filiera della salute, che conta su questi agamenti dovuti per ripartire, investendo in ricerca e contribuendo a creare nuovi posti di lavoro e a rendere il sistema sanitario innovativo e di qualità», ha commentato Stefano Raimondi, presidente di Assobiomedica (Associazione produttori dispositivi medici), sottolineando che «ammonta ancora a 3 miliardi e 800 milioni lo scoperto registrato dalle imprese di dispositivi medici a gennaio 2014, con tempi medi di pagamento di 215 giorni. Confidiamo che il Governo Renzi saldi i debiti pregressi – afferma Raimondi in una nota – e contestualmente introduca meccanismi virtuosi che consentano di mantenere i tempi di pagamento nei tempi previsti dalla normativa europea. Siamo molto soddisfatti che l’attenzione del Governo Renzi si sia concentrata sul problema dei debiti della pubblica amministrazione, ma è anche importante in questa fase – avverte – non fare l’errore che è stato compiuto in Spagna: ovvero saldare tutto il pregresso, ritrovandosi però a distanza di un anno con tempi di pagamento di nuovo fuori controllo. E’ importante che Renzi ascolti le posizioni delle imprese, che possono dare un contributo fondamentale alla crescita, all’occupazione e al rilancio del Paese».
Il Sole 24 Ore – 13 marzo 2014