Ennesima bocciatura del numero chiuso all’università: il Tar del Lazio ha ammesso ai corsi di laurea in Medicina e Odontoiatria decine di studenti che non erano riusciti a totalizzare il punteggio minimo previsto nel test di ammissione dello scorso Settembre.
La sentenza con la quale il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso degli studenti consentirà loro di frequentare le lezioni finché sul numero chiuso non si pronuncerà la Corte costituzionale. La Consulta è infatti chiamata a stabilire se il numero chiuso sia o meno costituzionale.
In attesa di sapere quale sarà il responso, che dovrebbe arrivare prima dell’estate, il Tar del Lazio ha riconosciuto “l’illogicità della previsione di un punteggio minimo applicabile che non consente lo scorrimento della graduatoria in presenza di posti vacanti”, che pure erano disponibili in mancanza di un numero sufficiente di idonei. Gli studenti ammessi dal tribunale, competente a livello nazionale, avevano svolto la prova presso la Statale di Milano.
Il ricorso presentato al Tar del Lazio è solo l’ultimo di una lunga serie. A farsene promotrice è stata l’Unione degli universitari (Udu), da anni impegnata in una battaglia senza quartiere contro il numero chiuso. Dopo la sentenza di ammissione degli studenti esclusi il coordinatore nazionale dell’Udu, Michele Orezzi, ha dichiarato: “Questa sentenza è importantissima perché va ad abbattere il numero chiuso. È una rivoluzione. È il più grande passo in avanti di sempre verso un’università libera, senza ostacoli d’accesso”.
Negli ultimi venti giorni l’Udu ha vinto ben 70 ricorsi analoghi in tutta Italia, ottenendo l’ammissione di centinai di studenti che non avevano superato i test dei vari corsi di laurea a numero chiuso. Molti di loro stanno adesso facendo ritorno dalla Romania, dalla Spagna e dal Belgio dove erano stati costretti a trasferirsi per non rinunciare al proprio sogno. Intanto, come annunciato all’inizio di Dicembre dal ministro Francesco Profumo, il MIUR e i presidi delle facoltà di Medicina sono al lavoro per lanciare al più presto la graduatoria unica nazionale. Tale soluzione sembrerebbe essere più gradita agli studenti in quanto, pur mantenendo la programmazione degli accessi, dovrebbe consentire maggiore equità garantendo più uniformità nei punteggi degli ammessi.
14 gennaio 2013