L’indagine della Guardia Forestale partì dopo la morte di un cucciolo a causa di un’infezione. Si torna in aula tra un anno.
Tutto era partito dopo la morte di un cucciolo, provocata da infezione. La Forestale aveva raccolto qualche informazione che aveva poi portato a un allevamento di Oleggio, cui si arrivava grazie a una serie di annunci in internet.
Lì, in un blitz dell’ottobre 2009, erano stati sequestrati 109 cuccioli, labrador, cocker, San Bernardo, barboncini e maltesi, in gran parte importati illegalmente dalla Polonia.
Per quel sequestro, determinato dalla mancanza di autorizzazioni sanitarie e comunali della struttura «Tristano e Isotta» di via Termini, nella vallata del Ticino, ieri l’altro sono comparsi in tribunale la proprietaria A.E. J., 36 anni, di origine polacca, e il veterinario G. D., 60 anni, di Varallo Pombia, che secondo le contestazioni della Procura registrava i cani all’anagrafe regionale emettendo poi la fattura di prestazione, in realtà mai eseguita, trasmessa e spedita a chi comprava l’animale. Imputazioni: concorso in falso ideologico e esercizio abusivo della professione. Una terza posizione, del marito della proprietaria, archiviata.
Ieri l’altro sono stati ascoltati anche gli acquirenti che avevano contattato il canile «fantasma» dopo annunci in rete. Erano arrivati anche da fuori provincia. Per il consulente della difesa, microchip e vaccini erano regolari. Rinvio lungo: prossima udienza il 6 ottobre 2014.
26 settembre 2013