“Stop al legame tra politica e nomina dei manager della sanità”. La modifica all’articolo 11 del Ddl Calabria che porta la firma della deputata Dalila Nesci e che i Cinquestelle presentano in XII commissione di Montecitorio, anticipa nei contenuti il Ddl Castellone 638 (M5S) appena incardinato alla Igiene e Sanità del Senato. Il testo prevede che «nelle more della revisione dei criteri di selezione dei direttori e comunque non oltre 18 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, la rosa dei candidati è proposta secondo una graduatoria di merito, sulla base dei requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire». I governatori insomma non avranno più mano libera nella scelta dei vertici aziendali ma, come ha ricordato Maria Domenica Castellone, «dovranno attenersi ai punteggi oppure motivare adeguatamente la scelta di non nominare i candidati primi in classifica, per titolo e per merito». (alla Camera c’è invece il Ddl Nesci sempre sulla materia).
(vedi tutti gli emendamenti di maggioranza presentati al Dl Calabria).
“I cittadini – ha detto – mi pregano di intervenire ma i poteri che ha lo Stato verso le Regioni inadempienti sono fortemente limitati, come è emerso nel caso dello scandalo in Umbria in relazione alla necessità di sostituzione dei vertici sanitari. Il tema del controllo della politica sulla sanità è urgentissimo e, nonostante i ripetuti scandali politici sulla sanità continua ad essere sempre rimandato e molto ignorato dalla politica stessa. Nell’ultimo anno abbiamo avuto ben due presidenti di Regione, in Basilicata e in Umbria, coinvolti in scandali legati alla sanità. È un settore ad altissima corruzione e serve rescindere il legame con la politica. Un emendamento al decreto Calabria interverrà da subito sulle nomine dei direttori, perché oggi gli strumenti sono insufficienti”.
Il disegno di legge (Castellone ndr.) sulle nomine sulla dirigenza sanitaria “che presentiamo oggi – ha chiarito Grillo – modifica il decreto legislativo dell’agosto 2016 (poi modificato ed entrato in vigore nel 2017 ndr.), sempre in materia di nomine sanitarie, nella direzione di una maggiore trasparenza. Questo ddl parte da quanto previsto dal contratto di governo. Si tratta di un tema che non può più essere rinviato perché per noi l’obiettivo di rescindere il legame tra politica e sanità è assolutamente prioritario”. E poi il Ministro parla pure dell’emendamento al Dl Calabria: “Non diciamo di scegliere il primo in graduatoria ma di rendere trasparenti i punteggi dei candidati. Il presidente potrà scegliere anche il candidato con il punteggio più basso ma dovrà giustificare la scelta”.
“Ci aspettiamo una risposa dalla Lega nel pomeriggio su questo emendamento che toglie le mani della politica dalla sanità”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio che poi ha evidenziato come il disegno di legge per le nomine della dirigenza sanitaria “va approvato entro l’anno. Bisogna intervenire sui vertici e sono necessari dei meccanismi basati sul merito”.
L’obiettivo, ha chiarito Maria Domenica Castellone, capogruppo M5S in commissione Sanità e prima firmataria del ddl, “è proprio allontanare la politica della sanità. Per questo si prevedono nuovi e diversi criteri di nomina dei direttori generali, sanitari e amministrativi” rispetto al decreto legislativo 171 del 2016. La proposta M5S, spiega, “prevede che i direttori generali siano scelti dall’elenco di soggetti idonei istituito presso il Ministero della Salute. La selezione sarà fatta da una commissione di 5 membri individuati per sorteggio da un elenco nazionale di commissari aggiornato ogni due anni”
Alla conferenza stampa ha partecipato anche il presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri, il quale ha sottolineato come rispetto alla precedente legge, “ora le nomine si faranno in base al merito spezzando la dipendenza dalla politica. Renderemo le nomine più trasparenti e migliori. Oggi – ha rilevato – si nominano i dirigenti sanitari sulla base di un albo, ma non basta: con questo ddl ci sarà anche un albo dei commissari chiamati a scegliere i candidati e che verranno sorteggiati. I direttori generali della sanità – ha concluso – saranno inoltre valutati nel loro lavoro in itinere e saranno rimossi se necessario. I recenti scandali, dall’Umbria alla Campania, dimostrano che qualcosa deve cambiare e dobbiamo andare inoltre la legge 171 del 2016”.
QS