di Gianni Favarato, la Nuova Venezia. Esposto in Procura delle Repubblica della Fp-Cgil contro l’Usl 3 per «abuso di professione sanitaria» in relazione alle «nomine illegittime degli ufficiali di polizia giudiziaria fatte dall’Usl 3 Serenissima per il personale dello Spisal (il Servzio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli ambienti di lavoro) preposto a prevenire e vigilanza antinfortunistica nei luoghi di lavoro».
All’Usl 3 Serenissima sono in servizio, su tutto il territorio, solo 18 lavoratori, non tutti in possesso del corso di laurea previsto dal Ministero della Salute, e comunque insufficienti – secondo il sindacato – «per vigilare adeguatamente migliaia di imprese». Il personale addetto a questo tipo di vigilanza è rappresentato da i tecnici della prevenzione, i cosiddetti ispettori, che devono avere «la qualifica e la formazione necessaria a svolgere questo delicato compito».
«Da anni chiediamo, senza essere ascoltati, che ci sia un vero rafforzamento dell’organico allo Spisal», spiega Daniele Giordano, segretario generale della Funzione Pubblica della Cgil veneziana, «Il numero delle aziende produttive presenti nel nostro territorio è elevato e il numero degli ispettori esistenti ancora esiguo. Per questo non c’è purtroppo da meravigliarsi se gli incidenti mortali nel Veneziano aumentano e gli infortuni, in generale, sono ancora oltre 10mila all’anno». Si tratta di «una situazione grave e inaccettabile», secondo il segretario della Fp-Cgil, «Per questo abbiamo deciso di rivolgerci alla magistratura, convinti come siamo che l’attività di controllo e prevenzione non può ridursi a sporadici e superficiali verifiche che trasformerebbero gli Spisal in timbrifici e non in presidi di legalità e tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori come dovrebbe essere».
Per farsi un’idea dell’entità del problema, basti sapere che le denunce d’infortunio in provincia di Venezia nel 2017 sono state ben 12.208, delle quali 3.139 del settore terziario, 2.466 nell’industria, 1.070 nell’artigianato, 3.664 in altre attività private, 1.645 in attività per conto dello Stato e 224 nel settore agricolo. Gli infortuni mortali sono addirittura aumentati, passando dai 15 del 2016 ai 17 del 2017, così ripartiti: 8 nell’industria, 4 ciascuno nell’artigianato e nel terziario e 1 in altre attività non meglio precisate. L’attività degli ispettori dello Spisal – ricorda la Cgil – dovrebbe garantire la «verifica del rispetto della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sull’attività di indagine su un grave incidente che la Procura affida, con delega, agli ispettore dello Spisal per accertare le responsabilità degli infortuni sul lavoro». «Si tratta di compiti delicati e impegnativi», osserva Giordano, «che necessitano di un’elevata professionalità che non può, sia per quelli già in servizio che per i nuovi assunti, essere sostituita da altre competenze. Al personale dello Spisal viene conferita la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, in modo che possano operare senza condizionamenti nei posti di lavoro con la professionalità necessaria che non può, a nostro avviso, essere sostituita da altre competenze». Il motivo dell’esposto presentato in Procura è – chiarisce la Fp-Cgil – è il disaccordo «con la decisione dei vertici dell’Usl 3 di individuare e comunicare alla Prefettura, preposta all’attribuzione della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria, personale con profili professionali e titoli di studio differenti dai tecnici dalle prevenzione». «Adibire a questi compiti», conclude
Giordano, «personale con altre competenze sanitarie non determina la possibilità né di controlli efficaci, né mette il tessuto produttivo in condizione di adeguarsi al più presto alle prescrizioni di legge al fine di evitare infortuni e sanzioni».
La Nuova Venezia – 4 marzo 2018