Il Consiglio di Stato dà ragione al Tar del Piemonte e conferma l’annullamento delle elezioni regionali del 2010. La quinta sezione penale presieduta da Luigi Maruotti, dopo la camera di consiglio, respinge tutti i ricorsi presentati dal presidente del Piemonte Roberto Cota e dalla stessa Regione a favore di una sospensiva dell’ordinanza del tribunale amministrativo del piemonte. Ed entra nel merito, confermando la nullità del voto.
Nei prossimi giorni saranno rese note le motivazioni, ma quanto stabilito dal Consiglio di Stato di fatto apre le porte alle elezioni anticipate in Piemonte in primavera, a poco più di un anno dalla scadenza naturale del mandato del governatore Cota. Che parla di morte della democrazia. «Questo è un affronto ai piemontesi, che hanno espresso il loro voto chiaramente, ed è un affronto ai principi basilari della democrazia» commenta in serata. «Un sistema che fa questo dopo quattro anni, quando non è mai stato in discussione il risultato delle elezioni, non è credibile» conclude.
Al centro della querelle giudiziaria, avviata da un ricorso quattro anni fa dell’ex presidente Mercedes Bresso, la vicenda della lista Pensionati per Cota e la condanna definitiva a due anni e otto mesi per firme false del consigliere regionale Michele Giovine. Nella motivazione della sentenza del Tar Piemonte resa nota il mese scorso, il collegio del Tribunale amministrativo di Torino ribadisce un principio chiaro: «I voti assegnati ad una lista illegittimamente ammessa sono ontologicamente dei voti incerti, non potendosi escludere che una diversa configurazione del quadro politico avrebbe potuto determinare orientamenti di voto ed esiti finali diversi da quelli registrati». A pesare sulla valutazione dei giudici, poi, anche la consistenza numerica delle preferenze raccolte dalla lista “incriminata” rispetto allo scarto tra i due schieramenti: 15.805 contro poco più di 9mila voti di differenza.
A rendere poi la questione ancora più complessa ci sono state poi le irregolarità sulle firme emerse a carico di una delle liste a sostegno di Mercedes Bresso, «Pensionati e Invalidi per Bresso», con un patteggiamento di una pena di poco superiore a due anni a carico di Marco Di Silvestro. Atal proposito la sentenza del Tar lascia pochi dubbi: «La presenza di ulteriori liste illegittime – scrivono i giudici – non farebbe che incrementare ulteriormente l’effetto perturbatore esercitato sulla consultazione elettorale, rendendone quindi l’esito a maggior ragione opaco e non suscettibile di interpretazione o correzione ex-post».
In serata arrivano le reazioni politiche alla decisione del Consiglio di Stato. E si definisce il quadro delle prossime settimane. Con un centrosinistra che si prepara a sostenere la corsa alla poltrona di sindaco di Sergio Chiamparino, che ha lasciato la presidenza della Compagnia di San Paolo, e un centrodestra regionale che non ha ancora focalizzato il possibile futuro candidato. Matteo Salvini, leader della Lega Nord, parla di una vittoria dei poteri forti. L’ex presidente Bresso commenta con un «finalmente si mette la parola fine a un governo illegittimo. Ora – aggiunge Bresso – più nulla può essere fatto per evitare il ritorno al voto».
Il Sole 24 Ore – 12 febbraio 2014