Tamponare l’emorragia del randagismo. A questo punta la proposta di legge presentata alla Camera da Settimo Nizzi del Pdl che ora la rilancia dopo le inchieste sul business dei canili.
Sette articoli per mettere la parola fine ad un fenomeno che, negli ultimi anni, si sta allargando a macchia d’olio fino ad assumere le dimensioni di una vera e propria emergenza. Censimento nazionale e limitazione delle nascite sono solo alcune misure che potrebbero contribuire ad arginare il triste fenomeno che riguarda gli animali.
“In primis – si legge nel testo della proposta di legge – bisogna vigilare sulle condizioni in cui gli animali sono costretti a vivere, spesso a causa di strutture fatiscenti che ne provocano la morte; ma anche sul fronte della sicurezza non esistono certezze, visti i branchi di cani lasciati al loro destino, che spesso diventano pericolosi per l’incolumità delle persone e degli animali domestici”. Buoni frutti, secondo il parlamentare, dovrebbe dare anche il passaggio, a partire dal 30 gennaio 2012, delle competenze dai comuni alla regione. Quest’ultima, avendo una dettagliata mappatura di strutture ed animali randagi sul territorio, potrebbe pianificare una gestione del fenomeno in maniera adeguata.
E non finisce qui. Anche il contenimento delle nascite della popolazione canina, attraverso la sterilizzazione, dovrebbe fare la sua parte. E proprio a tal proposito Nizzi nella sua proposta legislativa introduce “una tassa a carico dei possessori di cani non sterilizzati, i cui proventi saranno utilizzati per compensare le minori entrate relative alla gratuità delle pratiche amministrative per l’istallazione del microchip”. Si tratta di un’imposta annua pari a 50 euro.
Beneficeranno di agevolazioni sulle spese veterinarie, invece, coloro che adotteranno cuccioli nei canili, anzichè comprarli in un negozio. Gli oneri graveranno sul servizio veterinario regionale per i primi tre anni dall’avvenuta adozione.
Agenparl – 7 novembre 2011