II salario di produttività incide tra il 5 e l’11% sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici; la retribuzione di risultato va dal 4 al 30%. E nel Servizio sanitario nazionale sia l’una che l’altra sono ai livelli minimi del pubblico impiego, più nella dirigenza che non nel compatto, ma comunque mediamente sempre fanalino di coda della Pa.
Comunque i premi spettano mediamente al 50% degli operatori del Ssn, mentre le fasce con retribuzione di risultato tra il 60 e il 90% del massimo (secondo la riforma Brunetta) e inferiore o uguale al 60% mediamente si equivalgono. A rilevare il dato è l’Aran che analizza i dati 2009 nel suo «Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti». L’incidenza della retribuzione di risultata Tra l’ultimo compatto in classifica per quanto riguarda il peso che la retribuzione di risultato ha in busta paga, quello cioè dei medici del Sm con il 4%, e il primo, gli enti pubblici non economici con il 30%, la differenza è notevole. In realtà però sono proprio i dirigenti del Sm a staccarsi di più dai colleghi degli altri compatti pubblici, tutti compresi tra il 30%, appunto, degli enti pubblici non economici e il 13% di Regioni ed enti locali. Il rapporto dell’Aran quantifica il valore della retribuzione di risultato. Per i medici a esempio nel 2009 è stata mediamente di poco più di 3500 euro su un totale medio di retribuzione di quasi 88mila euro annui. Per i dirigenti non medici invece si raggiungono i 5.800 euro su un totale di 7lmila. Questi valori collocano medici e dirigenti all’ultimo posto sia nell’incidenza della retribuzione di risultato che in assoluto per il totale della retribuzione. Medici e dirigenti infatti guadagnano meno dei dirigenti di Regioni ed enti locali che li precedono in classifica con una media di oltre 94mila euro. E in testa ci sono ancora i dirigenti degli enti pubblici non economici che secondo il rapporto Aran guadagnano quasi 143mila euro l’anno di cui oltre 48mila sono di retribuzione di risultato che in questo compatto si collocano per il 90% nella fascia più elevata di premialità. La differenziazione della retribuzione di risultato. Per il Ssn, spiega l’Aran nel rapporto, sono state analizzate separatamente le distribuzioni dei dirigenti medici (area IV) e non medici (area III – dirigenti del ruolo sanitario, professionale, tecnico e amministrativo). Per quanto riguarda i medici, la distribuzione non è diversa, commenta l’Agenzia, rispetto a quella rilevata per il restante personale pubblico dipendente, con un 43% circa di dirigenti collocati nella prima fascia (premi oltre il 90%) e il restante 57% più o meno equamente ripartito tra seconda e terza fascia. Nel dettaglio la situazione di Asl e aziende ospedaliere è sovrapponibile a quella media, mentre varia negli Irccs, dove la fascia a maggior incidenza è quella media (tra il 60 e il 90% del massimo del premio). Per quanto riguarda i dirigenti del ruolo sanitario, professionale, tecnico e amministrativo è più elevata la concentrazione sulla prima fascia (57%), una percentuale bassa sulla seconda (quasi 18%), una percentuale più elevata sulla terza (26 per cento). Il dato di compatto riflette anche qui quello di Asl e ospedali. Gli Irccs presentano una distribuzione simile, ma con una minore densità di dirigenti sulla prima fascia. Molto appiattito verso l’alto, invece, il dato delle aziende regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa), nelle quali quasi il 90% dei dirigenti si colloca nella fascia più elevata.
Sole 24 Ore Sanità di martedì 4 ottobre 2011