Tutti matti per l’alcol (denaturato e non). Attenti in modo maniacale a pulizia e igiene personale. Salutisti nelle scelte alimentari, con il gran ritorno delle ricette fai-da-te. E, soprattutto, più “risparmiosi”. Grazie al taglio di quelle uscite – dal trucco per gli occhi al lucido da scarpe – che in un paese chiuso in casa da virus e smart-working non servono più.
Repubblica. Il Covid ha cambiato l’Italia. E l’identikit del carrello della spesa tricolore del 2020 fotografa con fedeltà i contorni di questa metamorfosi forzata. La salute, con il coronavirus in agguato, viene prima di tutto. E le star della hit parade dei prodotti cresciuti di più nelle rilevazioni Nielsen è saldamente capeggiata dalle new-entry da pandemia: le vendite di gel per mani e parafarmacia sono balzate del 240%, l’alcol per disinfettare – per lunghi periodi più raro di un Gronchi rosa – del 180%, i guanti in lattice del 55%. Il mantra del lavaggio delle mani ha fatto schizzare all’insù (+24,9%) persino un vecchio classico come il sapone. E la guerra contro droplet e batteri ha regalato un anno d’oro anche al reparto della pulizia domestica, con un boom della candeggina (+19%) e dei rotoloni di carta (+14%) e un deciso aumento delle vendite di sacchetti della spazzatura.
La chiusura dei ristoranti, la perdita del potere d’acquisto e la noia delle lunghe giornate passate come prigionieri tra le mura di casa nostra hanno condizionato anche i nostri acquisti alimentari. Gli italiani, raccontano i dati del carrello della spesa, hanno passato molto più tempo ai fornelli improvvisandosi come aspiranti Master Chef. E per combattere la depressione da lockdown, si sono regalati qualche prodotto di gratificazione e qualche vizietto in più.
La riscossa della cucina lavorata è confermata dal boom degli “ingredienti”: le basi di quasi ogni ricetta che l’era di pranzi e cene rapide e dei piatti preconfezionati avevano spinto quasi all’estinzione. La cara vecchia farina ha venduto quest’anno il 47% in più, il lievito il 43,8%, la passata di pomodoro il 18%, burro, uova e zucchero il 14% mentre sono crollati gi acquisti di piatti preconfezionati, ideali per quegli spuntini in ufficio che sono un ricordo del passato.
La caccia ad alimenti in grado di difenderci dal virus ha regalato balzi importanti al mondo della vitamina C (+83% i mandarini, +40% il kiwi, +24% le arance) mentre la necessità di fare poche spese per evitare i contagi ha garantito invece un anno d’oro agli alimenti meno deperibili: le melanzane hanno segnato un +74%, le zucchine +33% mentre il latte a lunga conservazione (+10%) ha sostituito in molti casi quello fresco (-5,6%). Nel comparto carne – segnato da crescite a due cifre per bovini adulti, maiale e pollo – crollano gli acquisti del vitello (-19%), nel nome probabilmente del risparmio.
Il 2020, ovviamente, è stato un anno dove c’è stato poco da festeggiare, come dimostra il crollo delle colombe pasquali (-34%) e delle uova di Pasqua (-29%). Proprio per questo però gli italiani hanno fatto un’eccezione all’austerity della spesa per regalarsi qualche sfizio in più. Sono andate come il pane le tavolette di cioccolato (+8%) ma soprattutto gli alcolici per aperitivi (+23%), birra (+10%) e vini Doc (+7,9%) messi in tavola per non aver troppa nostalgia del ristorante. L’occhio, nella civiltà dell’immagine, vuole la sua parte anche in un anno nero. La mancanza di vita mondana e la chiusura di parrucchieri ed estetiste hanno però rimescolato anche i canoni estetici delle famiglie: i coloranti per capelli, per dire, hanno registrato un aumento del 34,6% delle vendite e anche la schiuma da barba e le creme depilatorie sono andate a ruba. In assenza di serate in società, invece, servono meno la lacca per capelli (-16%), l’acqua di colonia per lui (-17%) e le trousse per il trucco per lei, in calo del 25%. Tutti ricordi di un’era in cui ci si poteva far belli per uscire con gli amici invece di starsene chiusi a casa senza mai un momento per rilassarsi davvero.
A quello, nell’era del coronavirus, ci pensa comunque la camomilla: dall’inizio dell’anno, in questa Italia con i nervi a fior di pelle, ne è stata venduta un 30% in più.