Corriere del Veneto. Il presidente della Regione Luca Zaia ha firmato ieri la nuova ordinanza con le restrizioni che vanno ad aggiungersi a quelle già stabilite dal Dpcm e dall’ordinanza del ministro della Salute che hanno assegnato il Veneto alla «fascia gialla» (ribattezzata non a caso «gialla plus» da Zaia, visto l’ulteriore inasprimento su base territoriale).
E dunque confermati tutti i limiti e i divieti già previsti dalla vecchia ordinanza scaduta domenica sera, la principale novità del provvedimento varato ieri e in vigore fino al 4 dicembre (il Dpcm scade un giorno prima, il 3) riguarda i negozi, per cui si introduce il contingentamento degli ingressi come già accade per bar e ristoranti. Dunque «in tutti gli esercizi di commercio al dettaglio, singoli o inseriti in centri commerciali o parchi commerciali» sarà possibile far entrare un solo cliente alla volta se il negozio misura fino a 40 mq; un cliente ogni 20 metri quadrati se l’esercizio va da 40 a 250 metri quadrati; un cliente ogni 30 metri quadrati se l’esercizio supera i 250 metri quadrati (in tutti i casi sono esclusi i magazzini).
I gestori sono ritenuti responsabili degli ingressi superiori al numero consentito e del mancato rispetto del distanziamento di un metro nel caso in cui si formassero code per l’attesa all’esterno. E ancora, il gestore «è obbligato ad apporre all’ingresso appositi strumenti che indichino il numero massimo di presenze consentite» e deve garantire «costantemente, tramite strumento elettronico “contapersone” o personale di vigilanza» che il numero dei clienti non superi i limiti stabiliti.
In caso di violazione, come ha spiegato il coordinatore dell’Avvocatura civica Franco Botteon, il negoziante rischia la chiusura per cinque giorni, che possono salire a trenta nel caso in cui le forze dell’ordine, cui spettano i controlli, ravvisino responsabilità specifiche. «Le sanzioni non le abbiamo stabilite noi, sono previste dai Dpcm – mette le mani avanti Zaia – purtroppo siamo dovuti arrivare a questo, a normare anche le presenze nei negozi, perché troppe persone non rispettano i divieti di assembramento e non usano il buon senso. L’obiettivo è quello di tenere aperto ma in sicurezza, di permettere a chi lavora di continuare a farlo ma con ordine. Non escludo ritocchi nel caso in cui il quadro sanitario ce lo permettesse».
Rassicurazioni che non convincono il presidente regionale di Confcommercio Patrizio Bertin, che attacca: «Chi ci governa da Roma o da Venezia deve avere il coraggio di dirci che dobbiamo chiudere, perché così è un’agonia che ci distrugge economicamente e psicologicamente. In questo periodo ci stiamo impegnando molto per restare aperti e cosa ci piomba tra capo e collo? Un’ordinanza che è la quintessenza dell’impossibilità di lavorare. Come faccio a sopravvivere con un cliente in 40 metri e come faccio ad evitare che fuori del mio locale la fila rispetti il distanziamento? L’ordinanza va cambiata in fretta: non posso accettare che si sostenga di garantire così la permanenza in zona gialla, impedendoci per giunta di ottenere pure quei minimi ristori che spettano a chi è nelle altre zone».
L’ordinanza conferma poi la chiusura dei negozi la domenica, delle medie e grandi strutture di vendita tutto il week end, il divieto di passeggiare in strade e piazze del centro storico, al mare, in montagna o al lago se non si è residenti nel Comune, l’obbligo di consumare solo seduti al bar o al ristorante dalle 15 alle 18.
Sempre i ristoranti dovranno dotarsi di menu digitale o usa e getta, eliminare i buffet, limitare a 4 i posti a tavola. Confermato anche l’obbligo di entrare uno per famiglia al supermercato (con le note eccezioni dei minori e dei disabili), ribadito l’invito agli over 65 a fare la spesa nelle prime due ore del mattino e prorogate le restrizioni per i mercati che si possono allestire, ma solo se perimetrati, sorvegliati e dotati di ingressi e uscite separati.
Giro di vite, invece, sulle mascherine e anche qui, oltre al diretto interessato, risponde il gestore che rischia la chiusura del locale: «L’abbassamento momentaneo della mascherina per la consumazione di cibo o bevande o per il consumo di tabacchi deve essere rigorosamente limitato alla consumazione e avvenire nel rispetto della distanza minima di un metro».
Con la tessa ordinanza, infine, viene prolungato l’accordo sui tamponi con i medici di base ed esteso ai pediatri di libera scelta.