Attualmente negli Stati Uniti sono stati individuati alcuni focolai di influenza aviaria, con ceppi molto similli, una situazione mai vista prima. I casi più recenti sono stati individuati in Iowa, South Dakota, Minnesota e Wisconsin, e gli ultimi due Stati hanno dichiarato lo stato di emergenza.
Jim Sumner, Presidente della USA Poultry & Egg Export Council, ha detto a Global Meat News che il numero totale degli abbattimenti è di circa 7,3 milioni di capi. “Sono sia tacchini che ovaiole” ha spiegato “Fino a questo momento il virus non è mai stato individuato nei broiler. Fortunatamente solo due dei nostri principali partner commerciali, la Corea del Sud e la Cina, hanno tagliato le importazioni da parte degli Stati Uniti. La perdita stimata per il bando da parte della Cina è di circa 36 milioni di dollari al mese”.
Sumner ha detto che 37 paesi hanno imposto solo restrizioni locali sulle esportazioni di pollame, mentre circa 110 paesi non lo hanno fatto. Tuttavia, Sunmer pensa che la perdita in termini di vendite non sarà ingente. Alcune partite di merce sono state reindirizzate verso altri stati, dove le società hanno altre sedi.
“Si tratta ovviamente di una situazione devastante per gli Stati coinvolti dai focolai” ha aggiunto Sumner “Non abbiamo mai visto nulla di simile prima d’ora”.
Uno spiraglio di speranza è che “il virus in realtà non sopravvive bene al caldo, quindi ci aspettiamo di avere un po’ di tregua durante l’estate”. Tuttavia, il fatto che il virus è diffuso dagli uccelli migratori significa che non c’è molto che i produttori possano fare ed è probabile che il dialogo potrebbe riprendere più avanti nel corso dell’anno quando gli uccelli selvatici invertiranno le loro rotte.
“E’ importante ricordare ai consumatori che il virus non entra nella catena alimentare, e che le aziende agricole sono monitorate molto attentamente” ha aggiunto Sumner.
L’Istituto natzionale per l’alimentazione e l’agricoltura (NIFA) del Dipartimento agricolo degli Stati Uniti (USDA) ha intenzione di assegnare borse di ricerca per un totale di 3 milioni di dollari, per incrementare la sicurezza alimentare attraverso un miglioramento della salute degli animali. L’iniziativa è stata autorizzata dal Disegno di legge a favore dell’agricoltura del 2014, e i primi finanziamenti sono stati annunciati il 23 aprile.
La priorità sarà data ai progetti che miglioreranno la prevenzione, la diagnosi precoce, la diagnosi rapida o il recupero di dati provenienti da nuove o vecchie malattie causate da insetti non autoctoni (pulci e zecche) che possono avere potenziali impatti sulla sicurezza alimentare. Recentemente alcuni contributi sono andati all’Università di Stato del Mississippi, a quella dell’Ohio e all’Università del Vermont, che fanno focalizzato la loro ricerca sulle alternative agli antimicrobici, una questione sempre più importante per l’USDA.
Sonny Ramaswamy, direttore del NIFA, ha dichiarato che questi finanziamenti “permetteranno agli scienziati di scoprire nuovi strumenti e nuove tecnologie necessarie ad affrontare malattie e patogeni tipici degli allevamenti della nostra nazione, che ultimamente fornisce ai consumatori cibo abbondante a prezzi accessibili”.
Fonte Global Meat News (da Unaitalia) – 28 aprile 2015