Secondo una relazione dell’Animal and Plant Health Inspection Service (Aphis) alla diffusione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità che ha colpito gli Stati Uniti hanno contribuito bassi livelli di biosicurezza e la diffusione dell’infezione per via aerea.
L’Aphis ha finora segnalato negli USA 222 casi di influenza aviaria, che hanno colpito oltre 47 milioni di uccelli. In un comunicato si legge che “dopo aver condotto indagini su oltre 80 aziende avicole commerciali, le analisi indicano che probabilmente ci sono diversi modi in cui il virus può essere trasmesso, tra cui insufficienti pratiche di biosicurezza e fattori ambientali”.
Mentre gli scienziati sono fiduciosi del fatto che gli uccelli selvatici sono responsabili dell’introduzione dell’HPAI nel pollame commerciale “sembra che il virus sia stato diffuso in altri modi. Anche se Aphis non può attualmente indicare un unico percorso statisticamente significativo per l’attuale diffusione dell’aviaria, una probabile causa di trasmissione del virus è l’insufficiente l’applicazione delle pratiche di biosicurezza maggiormente raccomandate” spiega l’Agenzia.
In particolare si pensa alla condivisione delle attrezzature e agli spostamenti dei dipendenti tra allevamenti infetti e non infetti, alla mancanza di pulizia e disinfezione dei veicoli, alla presenza di roditori o piccoli uccelli selvatici all’interno dei capannoni.
Aphis ha anche scoperto che i campioni di aria raccolti al di fuori degli allevamenti infettati, contenevano particelle virali, il che indica che il virus può essere trasmesso per via aerea.
“L’analisi preliminare dei dati del vento mostra una relazione tra i forti venti di alcune aree e un aumento del numero di aziende agricole infette circa cinque giorni dopo” si legge nel comunicato “Aphis sta conducendo ulteriori analisi per caratterizzare meglio i fattori ambientali che possono contribuire alla diffusione del virus”.
Il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) sta lavorando attivamente con gli Stati interessati e l’industria per attuare misure di biosicurezza più rigorose.
Fonte World Poultry (da Unaitalia) – 17 giugno 2015