Per contrastare il fenomeno inarrestabile dell’aumento dell’obesità, sempre più le autorità incoraggiano ad effettuare scelte alimentari salutari.
Nonostante in precedenza si fosse abbastanza certi che la popolazione adulta fosse in grado di distinguere i cibi salutari dai corrispettivi opposti, ad oggi sempre più peso viene attribuito ad altri fattori critici nella scelta, generati ed esacerbati dagli stratagemmi delle industrie, frutto di una ben precisa strategia di marketing per conquistare la posizione sul mercato. Una lunga serie di studi aveva già indagato il ruolo del brand nell’influenza non solo sulle scelte alimentari, ma addirittura su tutti gli attributi di un alimento, come il sapore, la salubrità etc… In poche parole il nome del marchio è in grado di influenzare pesantemente l’obiettività nella valutazione di un alimento.Lo scopo di questo studio “The effect of brand names on flavor perception and consumption in restrained and unrestrained eaters” è stato quello di indagare ulteriormente come i consumatori più attenti (es. quelli che riducono il consumo di alcuni alimenti per il controllo del peso) rispondono differentemente a nomi di marchi di prodotti salutari, rispetto a marchi tipicamente non considerati salubri.MetodiSono state ingaggiate nello studio 99 donne tra i 18 ei 23 anni. I due gruppi messi a confronto sono stati i consumatori attenti rispetto ai meno attenti, confrontando prodotti salutari rispetto a prodotti non salutari. Oltre a reperire informazioni demografiche sui partecipanti, sono stati somministrati anche tre questionari per valutare rispettivamente le caratteristiche organolettiche dei prodotti, i fattori relativi al controllo dell’alimentazione e l’immagine del brand evocata nella mente del consumatore.L’oggetto della valutazione sono stati biscotti integrali al cioccolato, Questi biscotti sono stati scelti in quanto ambigui, perché contenenti farina integrale ma con ingredienti tipicamente giudicati non salutari come le gocce di cioccolato. Alla metà di ogni gruppo è stato detto che il biscotto apparteneva ad un brand tipicamente associato con una alimentazione salutare. All’altra metà è stato detto il contrario. Nel momento della prova, ad ogni partecipante sono stati offerti tre biscotti con la possibilità di mangiarne la quantità desiderata e, alla fine dell’esperimento, è stato valutato il peso delle razioni consumate.
sicurezzaalimentare.it – 6 marzo 2013