Lo prevede la nuova Nota di aggiornamento al documento di programmazione economica approvata ieri dal Governo che rivede alcune stime della precedente Nadef licenziata da Draghi il 28 settembre scorso. Le stime della spesa per la sanità non sono variate ma essendo variata al rialzo quella della crescita del Pil l’effetto è un ulteriore abbassamento del peso della sanità sul Prodotto interno lordo del Paese. LA NUOVA NADEF.
La nuova nota di aggiornamento alla Nadef approvata ieri dal Consiglio dei ministri non cambia le previsioni in valori assoluti della spesa sanitaria per il periodo dal 2022 al 2025 rispetto alla Nota licenziata dal Governo Draghi il 28 settembre scorso, fissando gli stessi valori pari a: 133,998 miliardi di euro per il 2022; 131,724 miliardi per il 2023; 128, 708 miliardi per il 2024 e 129,428 miliardi per il 2025.
La nuova Nadef prevede invece un diverso andamento del Pil a legislazione vigente con le stime riviste al rialzo per il 2022, dal 3,3 per cento a 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8 per cento e all’1,5 per cento.
Tali variazioni portano di conseguenza a una nuova previsione dell’incidenza della spesa sanitaria sul Pil con un decremento dello 0,1%, passando così dal 7,1% della “vecchia” Nadef al 7% nel 2022, dal 6,7% al 6,6% nel 2023 e dal 6,1% al 6,0% nel 2025, mentre la stima del 2024 risulta invariata al 6,2%.