«Quando due parti si siedono a un tavolo per stipulare un contratto, la volontà di arrivare alla fine c’è, sennò che ci si siede a fare? Perciò questa volta ci sono buone probabilità – che già a fine luglio avevamo – di firmare. Anche allora c’era sul piatto la questione annosa dell’orario di lavoro, ma oggi sono fiducioso». Così il presidente dell’Aran Antonio Naddeo guarda alla prosecuzione della trattativa sul Contratto per la dirigenza Area sanità 2019-2021, fissata per il 20 settembre. Date che potrebbero condurre alla fumata bianca dopo lo stop estivo dovuto al mancato accordo sull’extra lavoro. Oggi “qualcosa è cambiato”: anche la disponibilità da parte delle Regioni. Con il presidente del Comitato di settore Alparone da cui c’è «condivisione delle problematiche», garantisce Naddeo.
Sugli orari avete fatto sostanziali passi avanti o c’è ancora l’impasse dovuto alle Regioni, su cui i sindacati hanno puntato il dito?
Intanto, non c’è nessuna “palla in mano alle Regioni” – come invece si è detto – che noi avremmo inviato sul campo dei presidenti. Ovviamente le Regioni sono datori di lavoro: con loro abbiamo dialoghi in corso e fino a questo punto il Ccnl attuale rispetto al precedente ha tanti elementi positivi, che cercano di affrontare aspetti inerenti appunto l’orario, la pronta disponibilità, le guardie. Di certo non li risolvono completamente perché c’è un problema di fondo che forse non riguarda strettamente e soltanto le Regioni: quello che chiedono i sindacati ha a che fare più con un problema organizzativo che contrattuale. E il problema organizzativo non può risolverlo il contratto: dovranno esserci delle assunzioni.
Un “problema organizzativo” che si traduce in numeri mancanti di personale, immagino…
Essenzialmente sì, è un problema di numeri: se faccio tante guardie e tanti turni è perché manca personale, anche se questo fenomeno – va detto – non è uguale su tutto il territorio nazionale. Vanno rimessi in sesto i numeri, che oggi non sono sufficienti. Poi, una piccola percentuale dipende anche da carenze di organizzazione: se so organizzare bene, forse qualche problema lo risolvo. Con questo contratto abbiamo messo dei limiti e inserito delle modifiche di recente – anche a seguito delle disponibilità che mi hanno dato le Regioni -: vedremo come si inseriranno nella trattativa della prossima settimana.
Le Regioni che tipo di disponibilità effettiva hanno dato?
Dalle Regioni sull’orario di lavoro è arrivata disponibilità a mettere dei limiti all’eccesso, laddove c’è, di ore in più non pagate.
Ore regalate, come dicono i due principali sindacati Anaao e Cimo…
Non sono “regalate”: il problema è che le ore “fatte” in più sono pagate con la retribuzione di risultato. Ma, e ne sono consapevole io come le Regioni, quando si supera una certa soglia questo non è ammissibile. Perciò nel contratto stiamo facendo una proposta, che avevamo già presentato a luglio ma i sindacati si erano detti non soddisfatti, di poter recuperare le ore aggiuntive nei sei mesi successivi dello stanno anno in cui sono maturate. Una previsione che fino a oggi non c’era.
Resta il fatto che poi dovrà essere possibile recuperarle, quelle ore…
Nei contratti devo mettere il diritto: se oggi il datore di lavoro è tranquillo perché secondo le disposizioni contrattuali il medico è remunerato “a forfait” con la retribuzione di risultato. La novità starà invece nello scrivere nero su bianco che le ore extra – come è stato previsto per le ferie – vanno recuperate nei sei mesi seguenti. Poi certo, starà alle amministrazioni declinare queste norme. Abbiamo posto dei limiti sulla pronta disponibilità, sulle guardie, oltre al trattamento economico che non è da poco. Quello che c’era a disposizione è stato messo. Aggiungo che ci saranno altre novità: le vedremo nel corso della riunione della settimana prossima.
Cioè dei soldi i più?
Ovviamente noi non possiamo mettere soldi aggiuntivi, ma può essere che siano remunerate determinate prestazioni che si fanno in più.
In questo quadro, siete fiduciosi che la firma arrivi
Se il contratto non lo facciamo, tutti gli svantaggi attuali di cui parlano i sindacati restano: ad un certo punto se c’è un miglioramento delle condizioni, il contratto vale la pena firmarlo. Oggi c’è un’applicazione a macchia di leopardo delle regole: in questo Ccnl stiamo ristabilendo dei diritti dei medici, condivisi anche dalle Regioni. C’è una condivisione delle problematiche anche da parte del presidente del Comitato di settore, Alparone: capisce perfettamente che la situazione è difficile, anche se non in tutte le aziende sanitarie e gli ospedali. Poi, molti problemi non li risolverà il contratto ma l’avere più persone.
Intanto, non c’è nessuna “palla in mano alle Regioni” – come invece si è detto – che noi avremmo inviato sul campo dei presidenti. Ovviamente le Regioni sono datori di lavoro: con loro abbiamo dialoghi in corso e fino a questo punto il Ccnl attuale rispetto al precedente ha tanti elementi positivi, che cercano di affrontare aspetti inerenti appunto l’orario, la pronta disponibilità, le guardie. Di certo non li risolvono completamente perché c’è un problema di fondo che forse non riguarda strettamente e soltanto le Regioni: quello che chiedono i sindacati ha a che fare più con un problema organizzativo che contrattuale. E il problema organizzativo non può risolverlo il contratto: dovranno esserci delle assunzioni.
Un “problema organizzativo” che si traduce in numeri mancanti di personale, immagino…
Essenzialmente sì, è un problema di numeri: se faccio tante guardie e tanti turni è perché manca personale, anche se questo fenomeno – va detto – non è uguale su tutto il territorio nazionale. Vanno rimessi in sesto i numeri, che oggi non sono sufficienti. Poi, una piccola percentuale dipende anche da carenze di organizzazione: se so organizzare bene, forse qualche problema lo risolvo. Con questo contratto abbiamo messo dei limiti e inserito delle modifiche di recente – anche a seguito delle disponibilità che mi hanno dato le Regioni -: vedremo come si inseriranno nella trattativa della prossima settimana.
Le Regioni che tipo di disponibilità effettiva hanno dato?
Dalle Regioni sull’orario di lavoro è arrivata disponibilità a mettere dei limiti all’eccesso, laddove c’è, di ore in più non pagate.
Ore regalate, come dicono i due principali sindacati Anaao e Cimo…
Non sono “regalate”: il problema è che le ore “fatte” in più sono pagate con la retribuzione di risultato. Ma, e ne sono consapevole io come le Regioni, quando si supera una certa soglia questo non è ammissibile. Perciò nel contratto stiamo facendo una proposta, che avevamo già presentato a luglio ma i sindacati si erano detti non soddisfatti, di poter recuperare le ore aggiuntive nei sei mesi successivi dello stanno anno in cui sono maturate. Una previsione che fino a oggi non c’era.
Resta il fatto che poi dovrà essere possibile recuperarle, quelle ore…
Nei contratti devo mettere il diritto: se oggi il datore di lavoro è tranquillo perché secondo le disposizioni contrattuali il medico è remunerato “a forfait” con la retribuzione di risultato. La novità starà invece nello scrivere nero su bianco che le ore extra – come è stato previsto per le ferie – vanno recuperate nei sei mesi seguenti. Poi certo, starà alle amministrazioni declinare queste norme. Abbiamo posto dei limiti sulla pronta disponibilità, sulle guardie, oltre al trattamento economico che non è da poco. Quello che c’era a disposizione è stato messo. Aggiungo che ci saranno altre novità: le vedremo nel corso della riunione della settimana prossima.
Cioè dei soldi i più?
Ovviamente noi non possiamo mettere soldi aggiuntivi, ma può essere che siano remunerate determinate prestazioni che si fanno in più.
In questo quadro, siete fiduciosi che la firma arrivi
Se il contratto non lo facciamo, tutti gli svantaggi attuali di cui parlano i sindacati restano: ad un certo punto se c’è un miglioramento delle condizioni, il contratto vale la pena firmarlo. Oggi c’è un’applicazione a macchia di leopardo delle regole: in questo Ccnl stiamo ristabilendo dei diritti dei medici, condivisi anche dalle Regioni. C’è una condivisione delle problematiche anche da parte del presidente del Comitato di settore, Alparone: capisce perfettamente che la situazione è difficile, anche se non in tutte le aziende sanitarie e gli ospedali. Poi, molti problemi non li risolverà il contratto ma l’avere più persone.
Il Sole 24 Ore sanità