Le conseguenze dei cambiamenti dell’ecosistema sulla biodiversità e sulla salute umana e animale sono state al centro del convegno “Salute degli ecosistemi. Una nuova frontiera per la medicina veterinaria” che si è tenuto venerdì, a Verona, nella prestigiosa Sala convegni della Banca Popolare, per l’occasione gremita di pubblico. A introdurre i lavori, cui hanno partecipato esperti internazionali in medicina umana e veterinaria, e in ecologia ed etica ambientale, Gastone Passarini, presidente dell’Associazione Giovanni Vincenzi, che ha coordinato il gruppo di associazioni ed enti che hanno organizzato l’evento. Il direttore generale dell’Ulss 20 di Verona, Giuseppina Bonavina, ha affrontato il tema della biodiversità e delle patologie emergenti.
Per parte sua, il direttore sanitario, Chiara Bovo, ha trattato dell’influenza sulla salute e sulla longevità delle popolazioni di fattori determinanti come quelli ambientali, e ha sottolineato come oggi sia indispensabile in questo campo un approccio multidisciplinare e intersettoriale.
A fare gli onori di casa per il Comune di Verona, era presente l’assessore all’ambiente, Federico Sboarina, che si è detto appassionato dai temi al centro del convegno. Per l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie è intervenuto il direttore sanitario Stefano Marangon.
L’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, nel suo saluto, ha avuto parole di riconoscimento del lavoro dei veterinari a tutela della salute pubblica e ha rivolto un particolare ringraziamento alle Asl territoriali per la quotidiana opera di controllo “a tutto campo”. Iginio Andrighetto, direttore generale IzsVe, ha messo in guardia dall’utilizzo del termine biodiversità, ritenuto di gran lunga troppo abusato. Tra i moderatori anche il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 20, Massimo Valsecchi.
Le relazioni che sono seguite sono entrate nel vivo del tema al centro del convegno, a partire dall’analisi dei mutamenti dell’ecosistema, le ricadute non solo sull’ambiente naturale, ma anche i rischi per la sopravvivenza delle specie, il coinvolgimento di clima, regime idrico, fertilità del suolo e piante coltivate. A confronto approfondimenti degli aspetti diagnostici, preventivi e predittivi della gestione degli ecosistemi e delle relazioni con la salute pubblica
Laura Mancini, primo ricercatore dell’Istituto superiore di sanità, ha trattato degli ecosistemi acquatici e delle conseguenze dei mutamenti climatici con la diffusione di specie infestanti. Stephane de La Rocque, veterinario epidemiologo che lavora per la Fao, ha evidenziato le correlazioni tra i cambiamenti di clima, l’ecosistema e in particolare la presenza di insetti vettori che, a loro volta, diffondono patologie come Blue Tongue, febbre catarrale, eccetera, in determinati territori.
Francois Moutou, veterinario epidemiologo, ha trattato delle specie animali invasive e degli effetti che questa presenza può produrre, citando i casi della diffusione “anomala” di procioni, puzzole, ragni neri, rane americane, pipistrelli, eccetera. Infine Alberto Bandolfi, professore associato di etica e teologia all’Università di Ginevra, ha affrontato la questione etica ambientale e i diversi approcci possibili. «La biodiversità – ha concluso lo studioso – non è un valore assoluto in sé, ma va conosciuta. Solo il tempo ci potrà confermare quali saranno i reali valori e volti della biodiversità, in positivo e in negativo».
Al termine del convegno il ringraziamento degli organizzatori all’Ordine dei veterinari della provincia di Verona e alla Società italiana di medicina veterinaria preventiva.