Nel decreto fiscale il governo inserisce una norma salva splafonatori. Ma non la chiama per nome. Un articolo di Luigi Chiarello su ItaliaOggi. Si fa, ma non si dice. Il governo facilita il pagamento delle multe agli splafonatori di quote latte. Anche a quelli che hanno già in corso una rateizzazione, ma non hanno mai pagato un euro di rata; ad esempio, chi ha scelto di aderire alla legge Zaia (legge 33/2009), ma non ha mai firmato il contratto di rateizzazione con Agea. Il governo facilita la vita perfino agli allevatori che hanno contenziosi in corso con lo stato, cioè hanno presentato ricorsi al Tar contro le multe comminate. Tutti potranno saldare il loro debito con l’erario in rate costanti, oppure variabili.
E, salvo disposizioni future, non dovranno neanche rinunciare ai ricorsi. Uniche condizioni: la richiesta di facilitazione deve giungere all’ente interessato (Agea) dal debitore, che dovrà sottolineare di essere «in situazioni di obiettiva difficoltà economica». La norma è contenuta nell’art. 1, comma 4 del decreto legge 16/2012 (decreto semplificazioni fiscali), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 52 del 2 marzo 2012, in vigore da ieri.
Il dispositivo contiene anche un salvacondotto per chi, pur avendo aderito alle rateizzazioni Zaia e Alemanno (legge 119/2003), sia poi decaduto per irregolarità. E sia incappato nelle cartelle esattoriali di Equitalia. Costoro, se in gravi difficoltà economiche, potranno ottenere un piano di ammortamento a rata crescente del debito pregresso. Ma andiamo con ordine
DICEVAMO «SI FA, MA NON SI DICE»; perché, al contrario di quanto previsto dalle prime bozze di decreto fiscale, le parole «quote latte» non vengono mai nominate nel provvedimento varato dal governo. Nel testo ufficiale non esiste una norma specifica sul tema. Al loro posto un codicillo a carattere generale; universalisticamente valido per tutti i crediti di natura patrimoniale validati da enti pubblici dello stato, con l’esplicita esclusione di quelli previdenziali. La disposizione facilita-splafonatori, sebbene mascherata, non è subito operativa.
Perché lo diventi, Agea dovrà emanare una circolare attuativa, con le istruzioni per l’uso. E qui nasce un problema di non poco conto. Attualmente l’Italia è sotto scacco a Bruxelles, perché la Commissione europea considera aiuto di stato la proroga di sei mesi (dal 31/12/2010 al 16/6/2011) concessa dalla legge 10/2011 per il pagamento della settima rata della rateizzazione Alemanno che consentiva agli splafonatori il pagamento delle multe accumulate in 14 rate a interessi zero.
Una misura digerita una tantum e in via eccezionale da Bruxelles (decisione 2003/530/Ce), ma solo a condizione che non venisse mai interrotta l’uniformità delle rate. Per questo, l’esecutivo europeo ha aperto di recente una procedura d’infrazione contro il Belpaese. Ora, il decreto fiscale, sebbene col silenziatore, entra a piedi uniti sulla questione. La norma approvata, infatti, consente di accedere al pagamento differito delle vecchie multe; anche di quelle a interessi zero della legge 119/2003, per cui la semplice proroga del pagamento di una rata ha fatto gridare Bruxelles all’aiuto illegale di stato.
LE DISPOSIZIONI DEL DECRETO FISCALE. Il dl abroga il comma 7 dell’art. 3-bis del dlgs 462/1997, che vietava ogni ulteriore rateizzazione del debito residuo, in caso di decadenza per irregolarità dalle rate concordate. Da oggi, cancellato questo divieto, il contribuente decaduto dal beneficio della rateazione delle multe (a interessi zero o meno), potrà chiedere l’adesione spontanea per momentanea difficoltà all’agente della riscossione. Il tutto all’atto della ricezione della cartella esattoriale. Potrà così usufruire della dilazione prevista dall’art. 19 del dpr 602/1973. Che, in base alle nuove disposizioni del dl fiscale, vuol dire: – Primo: possibilità di ottenere un piano di ammortamento a rata crescente fin dalla prima richiesta di dilazione. Una facoltà, questa, ammessa finora solamente in caso di richiesta di proroga di una rateazione già concessa.
PERCHÉ NON NOMINARE LE QUOTE LATTE? Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, oltre alle possibili perplessità di Bruxelles, c’è anche un altro problema non da poco. La questione quote latte e, ormai, oggetto di bagarre politica. La riscossione delle multe è chiesta a gran voce da Pd e Pdl, che non cedono di un passo alle ragioni degli splafonatori, sostenendo piuttosto le motivazioni di chi ha investito sul mercato delle quote. Sull’altro fronte la Lega Nord, storicamente a difesa delle aziende splafonatrici della pianura Padana, suo bacino elettorale di riferimento. Sullo sfondo la nuova posizione dell’Idv, che ha deciso di vederci chiaro, rompendo l’asse anti-Cobas latte col Pd. E presentando interrogazioni parlamentari in materia. Anche a seguito delle inchieste in corso presso 40 procure del paese e delle ripetute denunce negli anni su errori di calcolo della quota nazionale prodotta, contenute nelle relazioni dei Nac, della Gdf e di diverse commissioni ministeriali.
In settimana (il 29 febbraio), tutte le posizioni dei partiti hanno trovato rappresentanza in una risoluzione approvata in commissione agricoltura della Camera, con l’astensione dell’Idv e l’abbandono dei lavori della Lega. Risoluzione che impegna il governo «ad assicurare la piena e corretta applicazione della legge 33 del 2009 (legge Zaia). Insomma, la facilitazione si dà, ma non lo si può certo dire.
IL COMMA DEL DECRETO FISCALE
«AL FINE DI UNA PIÙ EQUILIBRATA RISCOSSIONE DEI LORO CREDITI DI NATURA PATRIMONIALE, GLI ENTI PUBBLICI DELLO STATO POSSONO, SU RICHIESTA DEL DEBITORE, CHE VERSI IN SITUAZIONI DI OBIETTIVA DIFFICOLTÀ ECONOMICA, ANCORCHE’ INTERCORRA CONTENZIOSO CON LO STESSO OVVERO LO STESSO GIÀ FRUISCA DI UNA RATEIZZAZIONE, RICONOSCERE AL DEBITORE LA RIPARTIZIONE DEL PAGAMENTO DELLE SOMME DOVUTE IN RATE COSTANTI, OVVERO IN RATE VARIABILI. LA DISPOSIZIONE DEL PRECEDENTE PERIODO NON TROVA APPLICAZIONE IN MATERIA. DI CREDITI DEGLI ENTI PREVIDENZIALI».
ItaliaOggi – 3 marzo 2012