L’uomo del Mose a tavola con Zanonato e Zaccaria. «Pressing su Zaia per il nuovo ospedale di Padova».Il ristorante scelto è di prima qualità: le Calandre di Rubano, da un decennio tre stelle Michelin, il top che c’è nel Veneto. Ma anche i commensali non sono da meno: l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati e il consigliere Pio Savioli hanno invitato a cena l’allora sindaco Flavio Zanonato (oggi ministro dello Sviluppo economico), il rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria, l’ex segretario regionale della Sanità Giancarlo Ruscitti (già sostituito l’anno prima da Luca Zaia con Domenico Mantoan). Argomento: il nuovo ospedale di Padova. E’ proprio Savioli a rivelare l’incontro a Franco Morbiolo, il capo del Coveco, consorzio di cooperative.
E’ l’8 giugno 2011, il giorno dopo la cena, e il manager non sa di avere una cimice della Finanza sotto la scrivania.
«Lì è venuto fuori una serie di passaggi abbastanza importanti sia da parte di Ruscitti che da parte loro (ndr, Zanonato e Zaccaria) – dice Savioli secondo il brogliaccio – comunque sull’ospedale il nostro amico Flavio deve parlare direttamente… cioè il quadrilatero è: il vicepresidente della Regione che è di Padova Pdl, che rappresenta Galan, Flavio, Zaccaria che è anche nella commissione». L’argomento è la posizione di Zaia sul nuovo ospedale patavino, lanciato in pompa magna da Galan (il cui rappresentante ora nella giunta sarebbe Marino Zorzato), che però il leader leghista vuole ridimensionare. Il terrore dei privati pare essere quello che alla fine si arrivi alla decisione di ristrutturare il veccio ospedale. «E adesso l’operazione è agganciare, cioè è già stato agganciato, ma picchiare, picchiare… sarebbe dire su Zaia per cui… – continua l’intercettazione riportata nell’informativa finale della Guardia di Finanza nell’indagine sul Consorzio – perché quel figlio di puttana del preside di facoltà è andato a dire “ah ma Zanonato è disponibile anche a fare la risistemazione dell’ospedale”, per cui adesso Zanonato va da Zaia e gli dice “gnet fuori o vat”».
A parte l’ultima frase, incomprensibile, par di capire che l’affare dell’ospedale interessi, e molto. D’altra parte anche il ruolo di Ruscitti, che lo scorso 12 luglio — quando Mazzacurati, Savioli e altre 5 persone sono finite agli arresti domiciliari e altre 7 all’obbligo di dimora per turbativa d’asta — fu perquisito nell’ambito dell’inchiesta, non esce bene dalle annotazioni delle fiamme gialle. All’indomani del blitz, l’ex manager disse: «Non sono mai stato consulente del Consorzio, non conosco alcuna delle persone citate nel decreto di perquisizione e a Mazzacurati ho sempre dato del “lei”». La Finanza però parla di un «contratto stipulato ad hoc tra il Consorzio Venezia Nuova e il Coveco, nonché di quello Coveco e Dr. Ruscitti Giancarlo del valore di 200 mila euro, allo scopo di far giungere a quest’ultimo somme di denaro di pertinenza del Consorzio Venezia Nuova» (che comunque sarebbe successivo all’uscita di Ruscitti dal ruolo di segretario). E d’altra parte Savioli in un’altra intercettazione dice: «Visto che paghiamo noi Ruscitti è giusto utilizzarlo anche su altri fronti».
Nelle oltre 300 pagine «visibili» (altre 400 sono coperte da «omissis») c’è spazio per due ex portavoci eccellenti: Franco Miracco e Giampietro Beltotto. «Grazie ad ingenti somme a disposizione riconosciute dallo Stato a titolo di “oneri concessori”, il Consorzio elargisce ingenti compensi in denaro o in natura a dirigenti e collaboratori, a titolo esemplificativo (…) Miracco Franco».
Beltotto viene contattato da Mazzacurati, per interposta persona, per frenare gli attacchi del leghista Massimiliano Malaspina. «Sarebbe opportuno avvisare il nostri amici per dirgli che c’è questo qua che imperversa», dice Mazzacurati. L’11 marzo avviene il contatto, ma Beltotto dice «di non rispondere a Malaspina in quanto non ne varrebbe la pena».
Secondo la Guardia di Finanza, infine, non ci sarebbero finanziamenti illeciti solo per il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni: «Il Consorzio Venezia Nuova, mediante giri di fatture per operazioni inesistenti, finanzia indirettamente anche altri soggetti tra i quali esponenti politici locali – è scritto – Ci si riferisce in particolare ai finanziamenti illeciti erogati ai mandatari elettorali di Orsoni Giorgio e Marchese Giampietro». Quest’ultimo, storico consigliere regionale del Pd «ripescato» nei mesi scorsi dopo l’elezione al Palamento di Andrea Causin, sarebbe stato anche a conoscenza della gara «pilotata» da cui sono partiti gli arresti.
E’ Morbiolo a riferiglielo di persona, sempre l’8 giugno. «Morbiolo – annota la Finanza – gli dice che Mazzacurati su tre gare bandite dall’Autorità portuale di Venezia da quattro milioni e rotti ciascuna ha fatto fare un’unica cordata formata da tutti i piccoli imprenditori, per accontentarli e non rompersi i coglioni, e ha tenuto fuori gli altri compreso Baita». Morbiolo aggiunge che la cosa gli è sembrata «pericolosa» e ha partecipato a una gara. «Marchese – chiosa la relazione – concorda con Morbiolo sul fatto che Mazzacurati pensa di essere onnipotente e pensa di fare tutto».
Alberto Zorzi – Corriere del Veneto – 24 luglio 2013