Una nuova minaccia interviene ad ingrossare il già complesso mosaico di patogeni e parassiti che mettono a rischio la sanità dei nostri alveari.
Il pericolo viene dagli Stati Uniti dove, una mosca, apocephalus borealis, già nota come parassita dei bombi, è stata dimostrata infestare anche le api, costituendo una emergente minaccia per l’apicoltura nord-americana.
La mosca agisce inoculando nelle api, solitamente a livello addominale, le proprie uova.
Le api parassitate mostrano tendenza ad abbandonare l’alveare, lasciando gli alveari di notte e morendo poco dopo.
Da ogni ape morta, in media da sette a tredici giorni dopo l’infestazione, emerge una larva che darà luogo ad una crisalide.
Con lo studio del DNA, è stato dimostrato che le mosche che emergono dalle api e dai bombi appartengono alla stessa specie.
A fronte di un frequente riscontro, nelle api provenienti da famiglie infestate dalla mosca, di infezioni sostenute dal virus delle ali deformate e da Nosema ceranae, constatata anche una positività a questi agenti infettivi sia da parte delle larve che degli adulti della mosca, è facile ipotizzare che questi microrganismi agiscano congiuntamente.
Questa ipotizzata multifattorialità e la tendenza da parte delle api ad abbandonare gli alveari presentano analogie con il quadro della CCD. Comprendendo le cause che conducono all’abbandono degli alveari si potrebbero, almeno in parte, spiegare anche i sintomi associati con la CCD.
E’ fondamentale che si arrivi quanto prima ad una piena conoscenza di questa parassitosi, sia al fine di controllarla ed evitare che la stessa possa diffondersi in altri paesi arrecando ulteriori danni al già provato patrimonio apistico, sia perché l’acquisizione di nuove conoscenze in merito potrebbe agevolarci anche nella lotta contro altre forme morbose.
Fonte: Fnovi – 23 gennaio 2012