Ha lottato contro una morte che sembrava imminente già al suo arrivo in ospedale. Ha resistito per oltre sei mesi, immobile, in isolamento, senza mai riprendere conoscenza, intubata nel letto della sala di rianimazione dell’ospedale di Sarno dove era arrivata all’inizio di ottobre dello scorso anno.
Ieri mattina il cuore della casalinga 61enne di Sarno, cui era stata diagnosticata un sospetta sindrome di Bse, comunemente conosciuta come virus della «mucca pazza», ha smesso di battere.
È morta intorno alle 13 la donna di Sarno, così come è indicato nella sua cartella clinica. Il suo corpo, ormai senza vita, è stato trasferito nella sala mortuaria dell’ospedale di Sarno dove è rimasto per tutta la notte. Raggiungerà in mattinata l’istituto di medicina legale di Roma per l’autopsia, obbligatoria per legge in casi di sospette patologie infettive, come la sindrome di Bse, detta anche encefalite spongiforme bovina. Il protocollo post mortem dovrebbe prevedere il prelevamento di campioni di tessuto cerebrale, per le successive analisi. Solo in questo modo sarà possibile accertare, in maniera definitiva, la presenza del morbo e fare chiarezza sulle eventuali cause di trasmissione del virus, contratto presumibilmente dalla donna nella seconda metà del mese di settembre.
Casalinga e originaria del quartiere Episcopio a Sarno, la 61enne è stata ricoverata, sotto stretto controllo medico ed in stato vegetativo, nel reparto di rianimazione dell’ospedale sarnese per oltre cinque mesi. Il suo ricovero, agli inizi di ottobre scorso, generò allarme e scalpore costringendo l’Asl ad applicare subito tutti i protocolli terapeutici previsti. Prima di approdare nella struttura sanitaria di Sarno la donna era stata ricoverata a Isernia. Proprio dal centro sanitario, dopo dagli accertamenti eseguiti a Bologna sul liquor della 61enne, era giunta una prima conferma della sindrome di Creutzfeld-Jacobs, sulla scorta degli esiti positivi del test sul liquor, risultato positivo per la presenza di quantità patologiche della proteina 14-3-3 associata appunto alla sindrome di Creutzfeld-Jacobs. L’encefalopatia spongiforme bovina (Bse, cioè Bovine spongiform encephalopathy) è una malattia degenerativa cronica che colpisce il sistema nervoso centrale del bovino ma che può essere trasmessa anche all’uomo. L’agente infettivo è una proteina modificata detta prione che colpisce i centri nervosi, in maniera irreversibile
Il Mattino – 13 marzo 2012