Visco: l’Italia resta in recessione, lo spread di gran lunga superiore da quanto giustificato dai conti
Abbiamo davanti a noi un «percorso di guerra durissimo». Il presidente del Consiglio, Mario Monti all’assemblea dell’Abi non usa giri di parole per descrivere la situazione. L’Italia, aggiunge. ha compiuto «progressi sul disavanzo pubblico per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013», ma ha dovuto combattere «una guerra contro diffusi pregiudizi». Come al G20 di Cannes, quando, osserva Monti, «il mio predecessore, Berlusconi, fu sottoposto a pressioni sgradevolissime e, immagino, prossime all’umiliazione che sostanzialmente, nell’intenzione dei prementi, avrebbe portato l’Italia a cedere buona parte della sua sovranità e discrezionalità».
Ora il percorso di guerra, «se pur molto pacifica non è finito» ma «si può ragionevolmente sperare, non so in quale mese del 2013 e chi sarà al Governo, di vedere i primi risultati di questa presa di coscienza collettiva da parte della società italiana». Tuttavia, ammette Monti, per la crescita e l’occupazione ci vorrà più tempo. Basta guardare ai numeri forniti dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per il quale l’economia italiana «è ancora in recessione» e quest’anno il Pil diminuirà di quasi il 2%. «Secondo le previsioni di consenso – dice Visco – nella media di quest’anno il prodotto in Italia diminuirebbe di poco meno di due punti percentuali. Al peggioramento dello scenario concorrono l’aumento del costo e il deterioramento della disponibilità di credito indotti dalla crisi del debito sovrano».
In ogni caso per Visco «la differenza tra i rendimenti dei titoli pubblici italiani e tedeschi è di gran lunga superiore a quanto sarebbe giustificato dai fondamentali della nostra economia. Riflette generali timori di rottura dell’unione monetaria: un’ipotesi remota, che sta però condizionando le scelte degli investitori internazionali». In questa fase, aggiunge il governatore, «le banche sono chiamate a decisioni difficili: non far mancare finanza alle imprese solide, evitare di prolungare il sostegno a quelle senza prospettiva». Ma gli istituti devono anche proteggersi. «I progressi conseguiti sul fronte patrimoniale devono essere consolidati», ammonisce Visco. All’esecutivo arriva il pieno sostegno del presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari. Il governo, rileva, «non è mai stato tenero con le imprese bancarie», ma, nonostante ciò, «rinnoviamo all’esecutivo il nostro pieno e convinto sostegno, sottolineando come i compiti che lo attendono e che attendono il Paese siano così impegnativi da rendere necessario il leale sostegno di tutti».
Intanto va in scena un nuovo duello a distanza tra Monti e Susanna Camusso. In passato ci sono stati «esercizi profondi di concertazione» che «hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli non trovano facilmente lavoro»», ha detto il premier intervenendo all’assemblea dell’Abi. La replica della leader della Cgil è durissima: «Credo che non sappia di cosa sta parlando. Vorrei ricordargli che l’ultima concertazione nel nostro Paese è quella del 1993: un accordo che salvò il Paese dalla bancarotta, con una riforma delle pensioni equa, al contrario di quella fatta dal suo governo».
12 luglio 2012