Tre ore di confronto a Palazzo Chigi e il premier Monti incassa il sostegno dei partiti che appoggiano l’esecutivo alla vigilia del delicato rush europeo di fine gennaio.
Perché sul tavolo del vertice di maggioranza, convocato dal professore con Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini, c’è soprattutto l’agenda europea e gli impegni che Bruxelles deve mettere in campo per limitare l’impatto della crisi del debito sovrano. «Un incontro molto buono», è il commento del numero uno dei Democratici al termine della riunione.
Bersani: bene Monti ma serve una piattaforma nazionale
Il passo successivo sembra a questo punto molto chiaro visto che si va delineando con forza l’idea di una mozione unitaria di sostegno all’azione del Governo sulla politica europea. Il testo nero su bianco ancora non c’è, ma la direzione imboccata porta dritti a un’ampia convergenza su questo tassello. «Tocca a tutte le forze politiche -aggiunge Bersani – anche dentro le rispettive famiglie europee, sostenere una piattaforma nazionale. Tocca a Monti, ma tocca anche ai partiti» dare più forza al nostro Paese in Europa. Bersani spiega che sia Alfano che Casini hanno concordato su questa esigenza ma, specifica il segretario del Pd, non si tratta «di un accordo solo tra noi tre. Io mi voglio rivolgere a tutte le forze che stanno in Parlamento anche a quelle che non hanno votato la fiducia a Monti».
Verso una mozione unitaria delle forze politiche su crisi e Ue
Insomma, l’obiettivo è arrivare a un documento che raccolga un ampissimo sostegno in modo che il professore possa presentarsi a Bruxelles con il biglietto da visita del pronunciamento delle forze politiche e una vasta fiducia in Parlamento. La mozione rappresenterebbe anche uno strumento di pressione affinché l’Europa agisca in tempi celeri e soprattutto servirebbe a far capire alla Germania la determinazione italiana nel conseguire gli scopi prefissati sulla crescita e sulla necessità di non porre ulteriori vincoli di bilancio sul piano di rientro dal debito.
Pdl, Pd e Terzo polo pronti a marciare compatti
Pdl, Pd e Terzo polo sono quindi pronti a marciare compatti e Bersani insiste molto su questo punto convinto che l’accordo sia a portata di mano. «Un passo deve farlo l’Italia e un passo l’Europa – prosegue il segretario – ci vuole una piattaforma nazionale perché è necessario cambiare la linea» finora imposta dalla Germania all’Ue, e «ciascuno deve fare la sua parte. Il governo fa quel che deve e quel che può ma c’è bisogno di una posizione netta della politica».
Il cambio di rotta dopo la decisione di Standard & Poor’s
A convincere i leader dei partiti a una discesa in campo è stato il declassamento pronunciato nei giorni da Standard & Poor’s. «Siamo arrivati all’assurdo: in Europa, la più grande piattaforma economica mondiale, non è possibile che ci siano fondamentali Paesi che abbiano rating come quelli della Colombia, del Perù o del Kazakistan. Qui c’è qualcosa che non gira nelle linee di politica europea».
Casini: spero voti si allarghino. Ma Di Pietro si smarca
Anche Casini conferma la via da percorrere: una mozione sostenuta da Pdl, Pd e Terzo Polo per un «supporto forte» al premier Monti in vista dell’appuntamento di Bruxelles di fine mese. «Spero che la mozione sull’Europa abbia voti aggiuntivi rispetto ai voti tradizionali di sostegno al governo Monti. Se poi non vogliono sottoscriverla – aggiunge Casini – o presentarne una loro questa é la democrazia. Ma noi non escludiamo nessuno». Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, però, si smarca e annuncia la presentazione di una mozione distinta. «Prendiamo atto, per bocca di uno dei protagonisti dell’incontro, che oggi è nata una maggioranza politica, checchè ne dica il finto ingenuo Bersani. Maggioranza di cui non facciamo parte, né vogliamo far parte perché la consideriamo del tutto innaturale rispetto al sistema bipolare maggioritario con cui questo Parlamento si è costituito ed è stato eletto».