Erano in una borsa di plastica abbandonata in un campo lungo via Villette a Guarda, attorno al collo avevano un laccio. Erano due cani meticci di piccola taglia e un capretto, tutti e tre probabilmente strozzati prima di essere gettati nel campo.
Una brutale crudeltà verso i tre animali, non la prima che si registra nella zona di Montebelluna, dal momento che un altro episodio di torture verso gli animali era stato verificato nella zona del Montello. Il ritrovamento risale a ieri mattina, quando un allevatore di Guarda ha visto il sacchetto in un campo di sua proprietà e dentro vi ha scorto le tre bestie senza vita. Subito ha avvertito la polizia locale, che ha mandato una pattuglia sul posto a vedere e che a sua volta ha chiesto l’intervento del servizio veterinario dell’Usl 8. Inizialmente sembravano tre cani. Poi, una volta estratte le tre povere bestiole dal sacchetto, si è visto che si trattava di due piccoli cani e di un capretto. Attorno al collo tutti e tre avevano un laccio di plastica e quindi il primo pensiero è che siano stati impiccati o strozzati con quei lacci prima di essere messi nel sacchetto e buttati nel campo. Nessuno dei tre animali aveva il microchip e quindi è impossibile risalire al suo proprietario. I due cani e il capretto così crudelmente uccisi sono stati presi in consegna dagli operatori del servizio veterinario dell’Usl 8 che li ha mandati all’Istituto zooprofilattico di Treviso affinchè vengano accertate le cause della morte e quindi avere o meno la conferma che quei tre animali siano deceduti per soffocamento. Sono stati trovati poco prima delle otto di ieri mattina ed è probabile che siano stati gettati lì nella notte o nelle prime luci del giorno. La polizia locale di Montebelluna ha lanciato un appello affinché chi è transitato durante la notte o alle prime luci del giorno lungo via Villette e ha notato qualcosa di strano lo riferisca in modo che sia possibile raccogliere qualche indizio utile ad individuare chi abbia strozzato e gettato nel campo i due piccoli meticci e il capretto.
La Tribuna di Treviso – 7 febbraio 2013